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Stan Wawrinka e i “Fab Four”

Nelle ultime stagioni la classifica ATP ha avuto una certezza incrollabile: i Fab Four. Questa espressione veniva utilizzata per indicare i quattro giocatori che, negli anni recenti, hanno dominato il circuito: Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovovic e Andy Murray.

Fattore Wawrinka – Una definizione per molti aspetti invecchiata, superata dalla velocità con la quale il circuito si è rinnovato. Innanzitutto, per il (definitivo?) tramonto di Federer e Nadal; in secondo luogo, a causa dell’irrompente ingresso nell’élite del tennis mondiale di Stan Wawrinka. Nel 2014, lo svizzero ha vinto il suo primo Slam: gli Australian Open. Da allora, il suo percorso verso la definitiva e tarda maturità agonistica è stato netto: 11 trofei, di cui il Roland Garros 2015 e gli ultimi US Open, nell’ultimo triennio. Così gli addetti ai lavori hanno iniziato a parlare di  “Big 5”. Però, il primo a respingere questa nuova etichetta è stato proprio “Stanimal”. «Credo che non sia corretto inserirmi in questo gruppo. Loro sono al top da più di 10 anni». La sua sembra scaramanzia, dato che, con una vittoria a Wimbledon diventerebbe il nono giocatore a vincere il Career Grand Slam. Inoltre, è l’unico che annovera un 3-0 in suo favore nelle finali dei Major con Djokovic.
Il gap – Però c’è anche il rovescio della medaglia. Infatti, escludendo queste 3 vittorie, il 31enne di Basilea ha perso 19 volte su 21 con il numero 1 del mondo. Inoltre, per quanto riguarda i titoli nei Master 1000 dal 2009, il confronto con gli altri quattro “mammasantissima” è impietoso: Djokovic 26, Nadal 16, Federer e Murray 10. Wawrinka ha portato a casa soltanto l’edizione 2014 del Master di Montecarlo. Anche Rod Laver ritiene che il divario con i “Fab Four” sia ancora marcato. «Il suo gioco è migliorato: adesso il dritto è un’arma importante per lui. Però, nella sua personale rincorsa verso loro si sempre fermato nel momento cruciale».
La “Next Generation” – Ieri, nell’ultimo atto dell’ATP 250 di San Pietroburgo, Wawrinka si è dovuto arrendere a Alexander Zverev (2-6, 6-3, 5-7). Il tedesco è il talento più fulgido della nuova generazione che sta avanzando prepotentemente alle porte dell’Olimpo tennistico. Inoltre, a conferma di questa opinione, 24 ore fa Lucas Pouille e Dominic Thiem (45 anni in due) si sono sfidati nella finale dell’ATP 250 di Metz. L’era dei “Fab Four” è ormai palesemente finita. All’orizzonte si vedono in modo chiaro alcuni talenti in grado di stabilire una nuova gerarchia del tennis mondiale. Stan Wawrinka non è riuscito, sia per aspetti soggettivi che oggettivi, ad agganciare Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Ma questo, come ha già detto sorridendo, non gli interessa: «The Big 4 stays the Big 4. I’me».

Giuseppe China

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