Calcio e Tennis, due sport che in comune hanno poco o nulla. Un campo rettangolare con due porte contro un campo diviso in due da una rete, la squadra contro il singolo, un pallone contro una pallina ecc… Potremo descrivere le enormi differenze nel dettaglio, ma lo scopo di questo articolo non è esattamente questo.
Qualche giorno fa in un’intervista rilasciata alla testata “Surface“, questi due sport sono entrati in collisione grazie all’ex tennista Mansour Bahrami ricordato per l’eccentricità mostrata sul campo – che ha definito Lionel Messi il Roger Federer del calcio. Eppure i due sport hanno stili diversi come ben evidenziato, ma c’è un modo per poterli dunque paragonare? Non è eresia, ma un semplice gioco. Come? Facile, a livello numerico. Essi possono assicurarci una base oggettiva su cui poter poggiare un eventuale dibattito.
Un paragone per nulla opinabile quello realizzato da Bahrami, se non forse non per l’età. L’elvetico, classe 1981, è ormai al culmine della sua gloriosa carriera che lo ha collocato nell’Olimpo dei più forti della disciplina vincendo tutto il possibile; la “Pulce” argentina è attualmente il “best of the world” a livello di club, in Nazionale no. Come evidenziato nell’ultima Copa America, difetta ancora di quella personalità trascendentale ammirata nel Barcellona al contrario di quanto accaduto a “King Roger” con la vittoria nel 2014 della Coppa Davis. Ma chi lo sa, nulla è mai del tutto precluso: Messi ha solo ventotto anni e altre due papabili occasioni per centrare il “Fifa World Cup”. Federer migliore di sempre? Forse sì, forse no. Ma i numeri parlano per lui. Messi migliore di sempre? No, chi ne capisce afferma che Diego Armando Maradona e Pelè gli erano superiori. Un altro calcio, un’altra vita. Imparagonabile. FEDERER = MESSI. ELEGANZA.
Il ranking ATP ci dice che il tennista più forte è Novak Djokovic, attuale numero uno e vincitore dell’ultimo slam stagionale disputato in quel di Wimbledon. Il classe 1987 – tra l’altro dichiarato tifoso del Milan – non può esser paragonato al miglior Federer, colui che con diciassette vittorie è il recordman nel Grande Slam. Ha vinto più volte Wimbledon – sette successi – e gli US. Open – cinque centri – oltre ad ottantasei titoli totali; ma equivale sicuramente a Zlatan Ibrahimovic, il giocatore del Paris Saint Germain. Perché paragonare i due, vi chiederete.
All’inizio vi potrebbe sembrare senza senso, ma un filo logico c’è eccome. Quale? Al serbo manca il Roland Garros per vincere il Grande Slam, torneo a cadenza annuale esattamente come la Champions League, altra competizione mai vinta dallo svedese. “Forte con i deboli, debole con i forti“, leitmotiv che lo bolla come primatista di campionati – li ha vinti ovunque è andato -, ma non di Champions. Juventus, Inter, Barcellona, Milan e Psg; tanti club cambiati per un risultato unico, ovvero la sconfitta. Maledizione paragonabile ad entrambi, con il dovuto rispetto. E c’è di più: Messi e Ronaldo possono giocare in tutti i ruoli dell’attacco, ma la prima punta più brava ad interpretare il ruolo che nel calcio di una volta sarebbe stato il numero 9 è sicuramente lui, Zlatan. “The God”, come ama autodefinirsi.
Rafa Nadal, attuale numero 10 del Ranking, lo inseriamo perché appartenente ai Fab Four nella sua epoca tennistica. Nove volte vincitore del Roland Garros ha trionfato in ogni dove nella sua proficua carriera, ha inoltre conquistato per almeno una volta gli altri tre tornei più importanti. Per oltre duecento settimane numero due del mondo alle spalle di Federer, un po’ come CR7 lo è con Messi. Will il Coyote che insegue Beep Beep senza mai prenderlo. O quasi. Se per quel cartone animato hanno creato un video amatoriale per farlo vincere, con i due Palloni d’Oro conquistati Ronaldo ha dimostrato al suo rivale di essere più forte. Sì, ma in quel momento. Perché quando entrambi sono stati all’apice nemmeno i diciotto titoli in carriera ottenuti con i club son serviti al portoghese per avvicinarsi all’argentino. Tornando a Rafa, sapete che allo spagnolo manca un trofeo nella sua bacheca. Quale? L’Atp World Tour Finals. Come la Coppa del Mondo manca a Cristiano, ma quella è un’altra storia.
Giovani lo sono entrambi. Per poco non sono coetanei – 1987 a 1986, balla giusto un anno -. Oro olimpico e Coppa del Mondo. Non ha vinto il Masters di fine anno, ma il terzo posto nel ranking può compensare alla Champions. Che dite?Immaginare chi ha una racchetta in mano è semplice, immaginare chi indossa gli scarpini no. Perché Andy Murray e Manuel Neuer non sono poi così distanti. Simboli di una nuova leva che avanza contro i grandi che contano: Andy eroe della Gran Bretagna prima per l’Olimpiade vinta in casa e poi per aver rotto la maledizione di vincere il torneo di Wimbledon da beniamino del pubblico; Manuel migliore nel suo ruolo sia nel 2013 che nel 2014, innovatore come portiere volante – esce come un libero, si diverte a dribblare gli attaccanti. Un goliardico – e speranza della categoria nell’ultimo Pallone d’Oro. Ci è andato di tanto vicino arrivando terzo, lo stesso numero appiccicato addosso a Murray. Due mostri sacri davanti, sembra impossibile. Ma la storia si può riscrivere e cambiare.
Mirko Di Natale Twitter: (@_Morik92_)