Quanto è importante il supporto mediatico nella costruzione di un tennista? Domanda che ci riporta indietro all’archetipo del tennista moderno, ovvero a Biorn Borg. Tutto iniziò con l’o…rso svedese; sì, Bjorn Borg non ha fatto solo la storia del tennis ma anche del rapporto tra tennis-media .E’ dinanzi alla sua effigie che dovrebbero genuflettersi tutti i tennisti dell’era open che , grazie al connubio perfetto tra media e sponsor, sono diventati personaggi da copertina…e sono oggi coperti di dollari da sponsor alla ricerca di testimonial belli, giovani e di successo per promuovere ogni sorta di marchio. Borg ha avuto un impatto mediatico talmente straordinario tanto che, al tempo, non si faceva altro che parlare di lui, della sua capigliatura , del suo completino con tanto di sponsor in bella vista. La commercializzazione e la spettacolarizzazione del tennis ,grazie alla totale copertura televisiva, sono andate avanti di pari passo, e hanno creato nel tempo un nuovo settore di mercato le cui logiche, talvolta , sembrano persino prevalere su quelle strettamente sportive. L’inserimento di Serena Williams, assoluta dominatrice del tennis femminile , tra le 100 persone più influenti al mondo da parte della rivista americana Time, ha molto più senso del trovare giocatori ma , soprattutto, giocatrici che con ranking non eccelsi e magari in preda a lunghi momenti di appannamento, riescono a rimanere ai vertici della popolarità, e quindi dei lauti guadagni che questa assicura. Caroline Wozniacki e Ana Ivanovic ne sono i più eclatanti esempi, poichè è nel tennis femminile che l’apporto dei media come longa manus degli sponsor da il meglio di se.
L’era social
I social network , ovvero la nuova agorà, assicurano visibilità a tutti i tennisti. Non avere un profilo ufficiale su FB o un account twitter significa non «esistere». Essi non sono solo il luogo virtuale in cui appassionati e fans possono «dialogare» coi loro idoli tennistici , ma il più grande veicolo promozionale che sia mai stato concepito. Maria Sharapova ha reso il suo uso di FB un trattato di marketing vero e proprio; la sua strategia auto-promozionale e di veicolo per le sue numerose partnerships commerciali è perfetta, e l’ha resa un personaggio mediatico familiare anche a coloro che il tennis lo seguono poco o nulla. Così è nato un vero e proprio gergo social; termini quali Federisti, Nadalisti o Nadaliani, Noliani e cosi via fino all’avvento dei fandoms; parole che sono ormai familiari a chiunque segua questo sport. Fandom è il termine che definisce un «regno» ovvero una comunità virtuale, ma anche reale , dove un gruppo di fans ha il proprio tennista come re o regina. I fandoms sono il target numero 1 per i media che si occupano di quel o di quella tennista con particolare appeal mediatico, ed ovviamente per gli sponsor che usano questi media come cassa di risonanza. Non solo sui social si commenta o si posta tutto lo scibile collegato al proprio idolo, ma soprattutto si veicolano articoli di giornale, copertine di riviste che più patinate non si può, quasi a creare una quotidiana convivenza col proprio idolo, sempre meno tennista, sempre più personaggio. Ma occorrono spalle larghe e nervi d’acciaio per sopportare la pressione che il circolo virtuoso campo-media-sponsor crea, ed allora questo circolo da virtuoso rischia di diventare vizioso. Spalle larghe , nervi d’acciaio e mentalità costruita per vincere e per raccogliere i frutti che il circo mediatico off-court dispesa generosamente. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta.
Lo strano caso di Genie Bouchard.
Genie Bouchard, figlia dell’alta borghesia di Montreal, il cui nome le è stato dato per onorare una delle figlie del Principe Andrea d’Inghilterra, al pari della gemella Beatrice, è stata allevata per raggiungere le vette del tennis; l’avvenente canadese è una vera macchina costruita per produrre ciò che i media e gli sponsor definiscono un eccellente prodotto. La Genie Army , nata all’inizio dell’anno agli AO ,era ai primordi un gruppetto di fans della tennista canadese che la seguiva in tutte le partite. Ben presto si capì che essa era destinata ad allargarsi, così come lo erano la fama e la popolarità di Bouchard, forse la prima tennista di sempre ad essere dichiarata campionessa mediatica prima che sul campo. In un un baleno la #GenieArmy è diventata un trend topic su Twitter , esplodendo in tutta la sua veemenza in tutti i tornei importanti ,ma soprattutto a Wimbledon, dove la canadese ha raggiunto la finale! Non solo Twitter, ma anche Facebook e Youtube pullulavano di tweets, posts , commenti , video dove tutti si dichiaravano fans della giovanissima canadese.
La federazione tennistica canadese si è offerta di pagare ai membri della Army i biglietti per lintera manifestazione di Montreal e un posto dove stare vicino allo stadio.
Le immagini di Genie sono ovunque in Canada e non solo; dalla copertina di Elle Quebec a quelle di riviste americane ed europee., passando per diverse apparizioni televisive.
Dalle colonne di Elle Quebec la stella canadese dichiara che vincere è il suo dogma e la pressione non è cosa che lei soffra più di tanto .
Il titolo di sweetheart, fidanzatina, dell’intero Canada e dintorni Nordamericani è ormai suo.
Arriva persino l’investitura di Serena Williams che dichiara la Bouchard il futuro del tennis femminile.
Bene , in una sera d’Agosto, all’esordio nel torneo di casa , posta di fronte ad una ragazzotta americana un pò sgraziata e totalmente priva di appeal di nome Shelby Rogers, arriva il crollo.
Un crollo inatteso , consumato nel silenzio surreale del Centrale di Montreal.
Genie Bouchard è senza dubbio un grande talento tennistico, e probabilmente, Serena Wiliams vede giusto nel pronosticarle un grande futuro da regina della WTA, ma la pressione, per ora, ha avuto la meglio.
La battuta d’arresto certo fortifica la giocatrice, ma da anche numerosi spunti di riflessione su quanto pericolosi per un giocatore possano rivelarsi i meccanismi che governano il rapporto media-tennis, se non gestiti con la dovuta cautela.
Ciò che è certo è che , per ora, almeno in quella sera d’Agosto, in campo a Montreal è entrato il personaggio più che la tennista.