A seguito delle ultime rivelazioni sul match-fixing nel tennis – argomento trattato a più riprese – gli organi di controllo hanno avviato delle procedure volte a risolvere una volta per tutte l’annosa questione del tennis-scommesse, mettendo in discussione la Tennis Integrity Unit con l’indagine interna coordinata dall’esperto giurista in ambito sportivo Adam Lewis e cercando di riformare un sistema mediaticamente in ginocchio dopo gli ultimi provvedimenti tra giocatori e giudici di sedia coinvolti in attività illecite.
Dopo strascichi e polemiche è stato infine comunicato il numero di incontri sospetti della stagione 2015 tramite la ESSA (Sport Betting Integrity), associazione no-profit che ha il compito di vigilare su eventuali match sospetti e riportarlo alle autorità competenti, con l’importante numero di 73 incontri a rischio che equivale a quasi il 75% degli eventi sportivi considerati sospetti in totale, ben oltre calcio (19) ed altri sport, con 24 delle quali nel solo ultimo trimestre dello scorso anno.
“L’inizio del 2016 ha visto una particolare attenzione sulla questione del match-fixing nel tennis”, si legge nella relazione ESSA, come comunica theguardian.com “I dati contenuti nelle relazioni Q1-3 di ESSA sono stati utilizzati per evidenziare le preoccupazioni al riguardo, con i dati dell’ultima relazione Q4 che hanno visto il tennis come lo sport con il maggiorn numero di segnalazioni per attività sospette, anche se va ricordato che la maggior parte degli eventi tennistici sono stati assolutamente legittimi. E’ stato riportato anche che l’indicazione geografica di tali violazioni è abbastanza equamente suddivisa, con 19 casi in Asia, 18 in Europa e 14 in Nord America.”
Lo scontrino finale di una stagione nera per l’integrità stessa del tennis è stato consegnato nelle mani degli organi competenti, permettendo dunque a chi di dovere di tracciare una linea netta tra il passato ed il futuro, con la nuova sfida lanciata al mondo del tennis che potrebbe finalmente permettere di far luce anche sugli avvenimenti sportivi che in precedenza sarebbero potuti, ed è evidentemente accaduto, sfuggire all’occhio vigile della giustizia sportiva, ripartendo da controlli più severi sugli arbitri ritenuti sospetti e da una maggiore supervisione sugli eventi meno seguiti e sicuramente più a rischio, cercando anche di tutelare quei giocatori che negli anni sono stati vittime di proposte indecenti e di eliminare una volta per tutte chi ha deciso deliberatamente di sfruttare il tennis invece che praticarlo nel modo più giusto e corretto.