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Il vuoto del tennis senza Roger e Rafa

Federer e Nadal. Nadal e Federer. Per quasi un decennio questi due nomi sono stati pronunciati in coppia, come fossero imprescindibili l’uno dall’altro. Si sono sfidati ovunque, entrambi hanno vinto tutto. Hanno costruito una rivalità tra le più grandi della storia del tennis, spartendosi titoli e onori. Di più, sono diventati anche amici. Poi, un lento declino, sono scesi dal vertice, senza però allontanarsene troppo. Fino a quest’anno, dove gli infortuni hanno costretto i due campioni a stare spesso in disparte e il mondo del tennis a chiedersi cosa ci sarà dopo di loro.

ANNUS HORRIBILIS – Presi in coppia, il 2016 è stato senza dubbio l’anno peggiore della carriera di Federer e Nadal. Se lo spagnolo ha portato a casa due tornei (le “sue” Montecarlo e Barcellona), lo svizzero ha segnato un incredibile “0” alla voce titoli vinti. L’ultima volta era stata nel 2000, quando aveva 19 anni. Ma c’è dell’altro: Roger ha saltato sia il Roland Garros che gli Us Open per problemi fisici. La sua ultima assenza in un torneo dello Slam risaliva agli Us Open del 1999, una vita fa. La sua annata è finita alle semifinali di Wimbledon contro Raonic mentre Rafa “ha resistito” qualche mese in più prima di fermarsi (senza trovare l’acuto).

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PUNTO DI RIFERIMENTO – Se nonostante tutte queste difficoltà entrambi hanno confermato di volere (e potere) giocare ancora diversi anni, il tennis si sta trovando spiazzato dalla loro contemporanea assenza. Perché Roger e Rafa sono un punto di riferimento per tutti. Per i colleghi del circuito che li vedono come leader carismatici, oltre che dal punto di vista tecnico e sportivo. Per milioni di tifosi da tutto il mondo, innamorati del loro gioco, e che non vogliono andare in cerca di nuovi idoli perché quelli vecchi, loro due, sono insostituibili. E naturalmente anche per chi fa del tennis un marketing e che ha vissuto il periodo della rivalità Federer-Nadal come un età dell’oro.

FUTURO – Federer ha compiuto 35 anni ad agosto, Nadal ne ha fatti 30 a giugno. Entrambi sembrano aver sparato le migliori cartucce di due irripetibili, impareggiabili carriere. Ma l’entusiasmo (almeno a credere alle loro parole) sembra quello dei giorni migliori e il fatto che le redini del tennis, per ora, siano in mano solo a un serbo e, chissà, a uno scozzese, potrebbe facilitare il loro ritorno ai piani nobili di questo sport. Perché due così mancano, mancano tanto. E noi tutti vogliamo goderceli il più possibile.

Marco Castro

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