Uno sguardo alle marche nel mondo del tennis

In semiologia, il termine icona si utilizza per indicare il tipo di segno che riproduce una o più caratteristiche della realtà che denota. Nel tennis, forse con un peso maggiore che in ogni altro sport, le icone che accompagnano il giocatore vengono spesso identificate con il giocatore stesso, rappresentandone lo stile, la forza, il tipo di gioco.

 Per questo le marche sportive e non di tutto il mondo offrono cifre iperboliche per sponsorizzare i grandi campioni: attraverso le vittorie del giocatore, il loro simbolo verrà associato – e acquistato – come sinonimo di una mentalità vincente, di stile inconfondibile. E sempre per lo stesso motivo, ogni volta che un campione ha dei comportamenti estremamente scorretti, i primi ad abbandonarlo sono proprio gli sponsor: non vogliono essere associati a comportamenti negativi, che ne comprometterebbero la percezione. Ognuno riconosce l’attuale nr.2 Rafa Nadal anche per i completi – a volte molto vistosi – che la Nike gli fornisce, o per la Babolat Pure Aero che impugna durante le partite. Ultimo a fare parlare di sé per le cifre astronomiche del cambio di sponsor è stato Roger Federer che si è separato dalla sua storica collaborazione con la Nike per passare a Uniqlo, marchio di origine giapponese che gli ha offerto 30 milioni di dollari all’anno per dieci anni, già sponsor di Kei Nishikori e lo è stata dell’attuale nr.1 al mondo Novak Djokovic, che attualmente veste il marchio francese Lacoste. Le marche che ruotano intorno al mondo del tennis, per restare solo sull’abbigliamento, sono molte di più: Adidas, Fila, la Lotto che ha scelto il nostro Berrettini e Emporio Armani, che ultimamente ha investito sul nr.9 azzurro Fabio Fognini, che fino a poco fa vestiva l’eclettica Hydrogen. Queste sono solo alcune, chi più ne ha più ne metta. Oltre alle cifre da capogiro per i propri testimonial, le griffe investono molto anche dal punto di vista tecnico ed estetico, in modo da migliorare performance e stile di chi indossa i loro abiti dentro e fuori dal campo, che sono destinati tanto ai campioni quanto ai giocatori di livello inferiore. Le linee che vengono studiate appositamente per il tennis sono infatti un connubio tra moda e tecnologia, con un occhio all’estetica e uno alla performance, tanto che alcuni recenti completi potrebbero venire confusi con outfit da tempo libero. Il discorso vale anche per le scarpe utilizzate, che variano in base alla superficie e alla tipologia di gioco che esprime il giocatore, che sono dei veri e propri prodotti di laboratorio che studiano i materiali e la vestibilità per garantire una maggiore stabilità al piede durante il colpo e i cambi di direzione. La marca che conta di più però, in uno sport come il tennis, è quella della racchetta, ovviamente. Wilson, Babolat e Head sono le principali marche utilizzate dai giocatori Atp, seguite da Dunlop, Yonex e Pro Kennex. Estensione del braccio dell’atleta, la racchetta è l’oggetto che influisce maggiormente sulla prestazione nel campo di gioco, garantendo una maggiore potenza o precisione, conferendo un maggiore spin alla palla, tanto che le opzioni sono davvero infinite. Misura del piatto, peso della racchetta, bilanciamento, larghezza del manico, tipologia di telaio sono solo alcune delle caratteristiche variabili, senza entrare nel mondo dell’incordatura che è ancora più sconfinato. In questo caso è raro che il giocatore cambi marca proprio perché il lavoro fatto con la casa di produzione per raggiungere il giusto feeling è tanto e cambiare significherebbe ricominciare da capo. Certo l’allenamento e l’intelligenza tattica rimangono il cuore di questo sport, ma anche un po’ di attenzione al dettaglio e allo stile non guasta.

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