Ieri, su queste pagine, si leggevano le parole di Luthi circa le condizioni di Roger Federer.
Per carità, nessun allarmismo, solo la constatazione che la ripresa non era così veloce come auspicato.
E fino a qui, nulla di strano, visto che comunque si parla di un uomo di 38 anni, che ha inevitabilmente tempi di recupero più lunghi rispetto a un ventenne.
Luthi ha lasciato intendere che se a settembre si ripartirà sul serio, il Re sarà di nuovo lì, con la grinta e la classe che lo contraddistinguono, e con la fame di successi che non lo ha mai abbandonato.
Probabilmente, la pandemia ci “ha risparmiato” un’edizione di Wimbledon con un Roger non al 100%.
Ora, prima che i detrattori di Roger mi mettano al rogo per questa affermazione, chiariamolo, casomai ce ne fosse bisogno: è una battuta.
Nessuno è contento di questo virus, dei danni che ha portato, dei danni che porterà, ci mancherebbe.
Sportivamente parlando, questo stop prolungato però potrebbe riconsegnarci un Roger tirato a lucido.
Lo zio di Rafa, lo zio più famoso del circuito, ha recentemente rilasciato un’intervista al quotidiano Blick, e non ha lesinato complimenti al campione di Basilea: “Estetica eccezionale, tecnica quasi perfetta”, ha esordito, tanto per chiarire la sua sincera ammirazione; “è fortunato (Federer, nda) perché è in grado di fare tutto sul campo da tennis. In passato, mi piaceva guardarlo, forse anche più di quanto non mi piaccia ora”.
Zio Toni poi svela un altro aspetto tattico: “Come per mio nipote Rafa, che, per inciso, è molto migliorato al servizio, anche Roger Federer ha modificato il suo gioco allo scopo di correre di meno e chiudere prima gli scambi”.
L’età porta spesso la maturità e la saggezza, e questi due campioni ne sono la prova vivente.
“La decisione di utilizzare una racchetta con l’ovale più grande ha aiutato molto Roger, soprattutto sul lato del rovescio, che è stata la vera e propria arma letale nella finale degli Australian Open 2017 contro Rafa”, racconta zio Torni, che però conclude dicendo: “Nonostante Federer sia riuscito a conquistare altri tre Slam tra il 2017 e il 2018, mio nipote dista una sola lunghezza e – se dovesse disputarsi il Roland Garros quest’anno – potrebbe centrare lo storico aggancio”.