Quello che ieri notte sarebbe dovuto essere l’incontro più equilibrato, interessante ed aperto della sessione serale in quel di Melbourne, si è invece, tristemente rivelato per lo sconsolato tennista ceco Berdych, una vera e propria lezione di tennis. Non a caso le espressioni di buffa e meravigliata incredulità, sue e del coach Goran Ivanisevic, del resto, che sono la conseguenza diretta e visiva, di una lucida impotenza nei confronti del genio svizzero, che ieri si è reso fautore di una prestazione di inaspettata e romantica nostalgia, e viste le premesse convalescenti dei sei interminabili mesi di stop, dovuti all’infortunio del ginocchio sinistro, paiono dare alla partita di Federer ancor piu valore.
IL MATCH – Il fuoriclasse elvetico è apparso subito ben centrato e fresco fisicamente, a discapito delle precedenti uscite australiane nelle quali era sembrato lento e contratto, ha prontamente imposto un ritmo scellerato ed insostenibile per il povero Berdych, che non ha saputo opporre riluttanza alle continue sollecitazioni postegli da Federer, lucido, amabilmente spietato e consapevole, dal canto suo, di non poter mollare il piede dall’acceleratore durante il match, offrendo così al bombardiere ceco, continui ed imprevedibili cambi di ritmo, alternati a velenose ed intelligenti variazioni tecnico-tattiche, improvvise e piratesche sortite a rete. Il tutto agevolato da un servizio di disarmante costanza e varietà, intervallate con maestria alla manovra da dietro spesso in controbalzo, come a volersi astenere da inutili dispendi di energia, hanno tolto qualsiasi punto di riferimento alla scolastica e prevedibile tattica del tennista ceco; accelerazioni celeri e fulminanti col dritto, hanno quasi sempre decretato la fine del punto, avvicendate peraltro, da precise ed insidiose esecuzioni di rovescio in back, alternate dall’uso offensivo del colpo in top, hatto fatto apparire l’esperiente, ma privo di soluzioni da opporre con continuità Berdych, a tratti nervosamente goffo.
ORA NISHI – Prestazione capolavoro mostrata dalla leggenda elvetica, che fa dunque ben sperare in un’auspicabile replica, nell’affascinante ottavo di finale contro il nipponico Kei Nishikori, avversario di livello superiore in questo momento rispetto all’imponente ceco, in una sfida che sarà caratterizzata da dinamiche, velocità e trame tattiche antistanti da quelle di oggi; Roger sarà sollecitato con più rapidità nei colpi da fondocampo dal velocissimo giapponese, che cercherà di rilegare Federer lungo la linea di fondo, tentando di impedirgli qualsiasi pericoloso spunto offensivo; il tennista elvetico dovra certamente persistere sulla falsa riga di oggi, mediante soprattutto il servizio per tenere fermo il pericoloso Nishikori, in quella che si prospetta essere una agguerrita battaglia con tante avvincenti incognite. L’unico romanzesco dato certo è che, Federer non ha perduto affatto la capacità di stupire, di brillare, di mostrarci la Sua infinita classe, che confidiamo, possa non essere mai appagata più che appannata dai mille trionfi. Lunga vita al Re!
Antonio Mulone