Si ferma ai quarti di finale la favola di Ons Jabeur, la prima tennista araba a giocare i quarti di finale Slam: vince, con il punteggio di 6-4 6-4, la 21enne Sofia Kenin, statunitense ma di natali russi. Kenin raggiunge per la prima volta una semifinale Slam, lei che aveva finora come miglior risultato un ottavo di finale al Roland Garros lo scorso anno. Nulla di nuovo nel panorama del tennis femminile sempre alla ricerca di qualche leader e sempre predisposto alle sorprese. L’americana in conferenza a stampa ha dichiarato di sentirsi molto bene ed essere fiduciosa per il prosieguo del torneo: “Mi sento davvero bene. Ora gioco con più sicurezza”. In semifinale l’impegno sarà a dir poco ostico. Se la dovrà vedere con Ashleigh Barty, la numero 1 del mondo, che gioca davanti al pubblico di casa.
“Contro Barty ho già giocato diverse volte, conosco abbastanza bene il suo gioco. Sarà una partita molto importante per me, sono entusiasta. Certo, so che gioca in casa, quindi tutto sarà un po ‘diverso. In questi giorni ho avuto alcuni nuovi fan, quindi spero di avere anche un po ‘di supporto. Adoro il pubblico australiano, adoro giocare di fronte a loro”.
La Barty, dopo aver battuto Petra Kvitova, ha raggiunto la prima semifinale Slam in Australia e cercherà di riportare il titolo in casa, dove manca da 42 anni (l’ultima a vincerlo è stata Chris O’Neil nel lontano 1978). “Adoro mettermi alla prova contro Petra. Riesce a tirare fuori il meglio da me. Quel primo set avrebbe potuto andare in qualsiasi direzione”. A chi le chiede se si sente come a Parigi l’anno scorso (il suo primo Slam vinto è stato infatti il Roland Garros 2019) Ashleigh ha risposto: “Sono tornei diversi e sento di essere una persona diversa. Cresco come persona ogni giorno, sto crescendo come tennista. Questa è una nuova esperienza per me. Sto solo cercando di giocare con calma“.
L’australiana, per chi non se lo ricorda, aveva anche abbandonato il tennis a fine 2014 per darsi al cricket. Una ragazza a cui non piace granché stare sotto i riflettori: “Preferirei stare seduta a casa a vivere la mia vita tranquilla. Voglio dire, senza offendere, ma non dover parlare con te ogni giorno sarebbe una buona cosa (ride). Sento che non ho nulla da dire. Ma fa parte del viaggio che odio e amo allo stesso tempo. È tutto molto divertente“. Comunque vada, la tennista di Ipswich, classe ’96, sta legittimando sempre più la sua prima posizione mondiale; un trionfo qui a Melbourne la consacrerebbe definitivamente, anche perchè vincere due Slam in un circuito così democratico come quello femminile rappresenterebbe un gran risultato. Vedremo se Ashley riuscirà ad essere profeta in patria.