Con la storica quanto inaspettata vittoria in doppio maschile della premiata ditta Fognini-Bolelli, per gli azzurrini si è conclusa definitivamente anche quest’edizione degli Australian Open. I giochi sono fatti, i più cosmopoliti direbbero “rien ne va plus”, è ormai giunto il tempo delle valige, degli aerei e soprattutto dei bilanci.
Quest’oggi nel nostro piccolo ci trasformeremo in maestrine dalla penna rossa e daremo i voti ai nostri ragazzi o se preferite daremo i numeri. Onde evitare poi, polemiche tanto sterili quanto inutili, ci costituiamo sin da ora: lo ammettiamo quando si parla di loro, anche volendo, non riusciamo proprio ad essere severi, perché come direbbe Pino Daniele “Ogni scarrafone è bell ‘a mamma soja”.
Sara Errani voto 7: la bolognese arrivava a questo primo Slam dell’anno fortemente in dubbio, la sua preparazione a causa dei ripetuti fastidi fisici si era ridotta ai minimi termini. Nonostante ciò Sarita ha comunque mostrato in pieno la sua anima da combattente, ha decisamente venduta cara la pelle, raggiungendo un buon terzo turno e riprendendosi lo scettro di numero uno d’Italia. Ha poi si leggermente deluso in doppio, in cui un ulteriore successo poteva essere l’ennesima ciliegina sulla torta, il suo ritorno in grande stile o se preferite in stile Cichis tanto ormai i due termini sono diventati sinonimi, ma l’anno è ancora lungo e la posizione nel ranking mondiale per ora è ben salda. In chiusura, anche in questa occasione, per Sara Errani abbiamo un solo appellativo: GUERRIERA.
Flavia Pennetta voto 4: con tutto l’affetto non potevamo davvero darle di più, agli Australian Open la pugliese era chiamata a difendere i Quarti di Finale conquistati lo scorso anno ed ha finito per farsi estromettere al primo turno da Camila Giorgi. Flavia ha poi fatto leggermente meglio in doppio, raggiungendo in coppia con Martina Hingis il terzo turno, ma comunque non ci basta, da lei ci aspettiamo decisamente di più. RIMANDATA.
Camila Giorgi voto 6 ½: ammettiamo sin da subito che il nostro voto è palesemente condizionato dalle sue dichiarazioni in merito ad una vera e propria icona di questo sport del calibro di Venus Williams. A parere di chi scrive, la storia va rispettata e l’essere umile è parte fondamentale dell’essere un campione, su questo fronte la maceratese ha forse ancora qualcosa da imparare. Premesso ciò veniamo all’analisi vera e propria dei suoi Australian Open, delle sue prestazioni non possiamo che parlare bene. La giovane italo-argentina ha dato prova di grande crescita, il suo gioco, la sua padronanza del campo e la sua tenuta fisica continuano a migliorare a vista d’occhio. Peccato solo per il vero e proprio crollo mentale avuto nella partita con Venus Williams, che poteva essere portata a casa. IN CRESCITA.
Roberta Vinci voto 6: sufficienza ampiamente meritata per la tarantina, che è uscita si al secondo turno ma solo per mano di una brillantissima Makarova, che poi non a caso, si è spinta fino alle semifinali. Per quanto riguarda il doppio poi, per lei vale lo stesso discorso fatto per Sara Errani, si poteva fare meglio ma per ora va bene comunque. (P.S: decisamente promosso il cambio di racchetta, siamo convinti che a breve possa dare un’ulteriore marcia in più al suo gioco). IN RIPRESA.
Karin Knapp voto 4: dare un voto in questo caso all’altoatesina è un compito a dir poco ingrato, diciamo che il suo non è stato uno tra i sorteggi più fortunati della storia, trovare al primo turno Simona Halep sinceramente ce lo saremmo risparmiati molto volentieri. Ad esser sinceri Karin ci ha anche provato, ma obiettivamente la numero 3 del mondo era decisamente in versione On Fire ed in questi casi c’è veramente poco da fare. SFORTUNATA.
Fabio Fognini voto 5: in questo caso avendo ormai esaurito tutte le residue forze cognitive nel vano tentativo di decifrare l’arcano Fogna nazionale, abbiamo deciso di lasciare il compito a investigatori più esperti, i RIS ci hanno promesso che presto si occuperanno di lui, noi intanto ci appelleremo semplicemente alla buona vecchia matematica. A quell’uscita al primo turno per mano di Gonzalez ad esser generosi non si può che dare un 2, mentre al vero e proprio capolavoro fatto in doppio diamo convintamente un 10+, facendo una media ponderata, all’avventura australiana del numero uno d’Italia diamo un 5 e l’appellativo di INCOSTANTE.
Simone Bolelli voto 9: in singolare Bole si è fermato si al secondo turno per mano di sua maestà Roger Federer, ma ha lottato. Quel primo set giocato e vinto magistralmente contro lo svizzero a nostro avviso già da solo vale già un 8 in pagella. In doppio ci ha regalato poi in coppia con Fabio Fognini, quello Slam che a noi italiani mancava da “appena” 56 anni (gli ultimi Pietrangeli e Sirola) entrando definitivamente nella storia e dalla porta principale. TENACE.
Andreas Seppi voto 9 ½: non possiamo negarlo, almeno in singolare è stato decisamente lui a regalarci la gioia più grande, con quella straordinaria e storica partita giocata e vinta contro Roger Federer e con quei Quarti di finale sfiorati e persi per un soffio, non senza rimpianti, contro la stellina di casa Kyrgios. Il Seppia si meritava decisamente questi successi, di anno in anno diventa sempre di più la dimostrazione vivente che per arrivare ai grandi risultati, bisogna solo lavorare duro ed evitare di fare i fenomeni. ESEMPLARE.
Paolo Lorenzi voto 6: la sua avventura australiana si è fermata al secondo turno, ma il suo esordio al torneo, con la vittoria nell’atto inaugurale del torneo su un avversario ostico del calibro di Dolgopolov, è stata decisamente sufficiente. CAPARBIO.
Una piccola e doverosa nota in chiusura la dedichiamo ad Andrea Arnaboldi, che nel girone di qualificazioni ha mostrato un ottimo momento di forma, arrivando anche ad un passo dal tabellone principale, a lui, in attesa di vederlo sempre più spesso in vetrine importanti, diamo un 6 pieno.
Ovviamente non ci siamo dimenticati di Francesca Schiavone, semplicemente non ce la siamo proprio sentita di dare un voto ai suoi Australian Open. Rischieremo di apparire nostalgici, ma sinceramente abbiamo ancora davanti agli occhi le sue maratone in quel di Melbourne nei tempi d’oro, ed è proprio per questo che tornando al discorso “rispetto”, abbiamo preferito evitare.