Australian Open, Murray-Kokkinakis, 5 ore e 45 minuti, conclusa alle 4 di mattina australiane, è il motivo per cui guardiamo il tennis. Giornata a due facce per Djokovic. Fuori Ruud e Fritz.

Sir Andy rimonta due set di svantaggio a Thanasi nella notte di Melbourne, in un match epico. Con l'eliminazione di Ruud e Fritz il tabellone di Nole è sempre più un'autostrada, ma a preoccupare è la gamba sinistra. Avanti Rune e Rublev.

Non è stata una prevedibile e scontata giornata di 2° turno per la parte bassa del tabellone dell’Australian Open 2023. Dopo la testa di serie numero 1 Rafa Nadal, oggi ha lasciato il torneo anche la numero 2, Casper Ruud, sconfitto dal 22enne statunitense Jenson Brooksby in quattro set, per 6-3 7-5 6-7 6-2, in un inizio di stagione piuttosto deludente per il norvegese, che sembra più un lungo finale della stagione 2022.

Ma non solo. È uscito, ancora più a sorpresa, Taylor Fritz, numero 8 del seeding, sorpreso dal tennista di casa Alexei Popyrin, in cinque set, 6-7 7-6 6-4 6-7 6-2. Nell’ultimo anno il californiano ha compiuto dei grossi passi avanti, tecnicamente e mentalmente, diventando un giocatore di grande spessore, ma continua a far fatica, e deludere, negli appuntamenti più prestigiosi, gli Slam. Eliminato anche il convalescente Alexander Zverev per mano di Michael Mmoh. Vincono invece Andrey Rublev e Holger Rune, rispettivamente contro Emil Ruusuvuori e Maxime Cressy.

È entrato in campo con questa consapevolezza Novak Djokovic, di un tabellone ancora più aperto di quanto già fosse, contro un avversario, il francese Enzo Couacaud, numero 191 del ranking, che sicuramente non lo preoccupava troppo. A preoccupare Djokovic è stata, ed è, soprattutto la gamba sinistra. Dopo appena quattro game è Couacaud a storcersi la caviglia, ma con un antinfiammatorio riuscirà a giocarsi la partita al massimo delle sue possibilità. Il primo set è 6-1 per il serbo ma il secondo è tutta un’altra storia, a partire dal fatto che il francese se la gioca a viso apertissimo, a un livello molto più alto di quello a cui è abituato. E sul 4-5, Nole inizia ad essere sofferente alla gamba sinistra, già fasciata dal match di 1° turno, ed è medical time-out. Djokovic appare in difficoltà e non sicuro negli spostamenti laterali e negli appoggi. Si va al tie-break, e complici alcuni spettatori scorretti (che causano a Novak un doppio fallo sul 5-5), e complice Couacaud, il 9 volte campione si ritrova 1 set pari.

Nel momento più complicato per Djokovic, le condizioni della gamba però sembrano migliorare, mentre il francese, non abituato ad uno sforzo simile, non riesce più ad opporre resistenza. 6-1 6-7 6-2 6-0 Djokovic, il quale però al termine della partita conferma ai microfoni di Eurosport che la gamba non sta bene. La corsa al 10° Australian Open e al 22° Slam ora si fa sì più complicata.

A fine giornata hanno però rubato la scena a tutti Andy Murray e Thanasi Kokkinakis, che, sarà anche un cliché, ma meritavano veramente il pareggio, in un match che è già storia. L’australiano va avanti 2 set a 0, e 5-2, e già così la resistenza di Murray andava solo applaudita, a Melbourne è passata la mezzanotte, e la rimonta deve ancora iniziare. L’ex numero 1 al mondo vince il terzo set al tie-break con l’aiuto di un paio di errori “grossolani” di Kokkinakis, ed è passata l’una di notte. Poi le 2. Il pubblico della Margaret Court Arena resiste, anzi, è sempre più esaltato. I due giocatori si rendono conto dell’unicità di quello che stanno facendo. Si va al quinto set. E sono passate le 3. Con la stanchezza il braccio è sempre più sciolto e il livello è sempre più alto, la partita è sempre più bella. Murray alla fine sembra quello dei vecchi tempi, sul 5-5 fa il break, e sul 6-5 chiude. Sono le 4.

4-6 6-7 7-6 6-3 7-5, 5 ore e 45 minuti. La seconda partita finita più tardi nella storia del torneo. Dispiace per Kokkinakis che ha giocato un gran match, e ha fatto di tutto, fino all’ultimo, per non perderlo. Ora che gli infortuni sembrano avergli dato tregua, può puntare in alto. Su Sir Andy Murray invece non c’è più niente da dire. 4 ore e 48 minuti con Berrettini, e quello che ha fatto oggi, a 35 anni, con una protesi all’anca. Non conosce limiti, non li ha mai conosciuti.

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