Australian Open, semifinali: capolavoro Sofia Kenin, out Ashleigh Barty! Garbine Muguruza batte Simona Halep
Redazione Tennis Circus
Non sarà Ashleigh Barty la campionessa degli Australian Open 2020; l’ultima tennista a vincere il trofeo di casa rimane, almeno per quest’anno, rimane Chris O’Neil, campionessa nel lontanissimo 1978. A sconfiggerla, oggi, contro ogni pronostico, è stata una immensa Sofia Kenin, statunitense classe ’98 e n. 15 del mondo. La tennista nata a Mosca, naturalizzata statunitense, ha vinto con il punteggio di 7-6(6) 7-5 in un’ora e 48 minuti, dando prova di un tennis fantastico e di nessun timore reverenziale verso la numero uno del mondo. Grazie a questo successo, Kenin non solo conquista la prima finale Slam in carriera, ma da lunedì prossimo entrerà per la prima volta in top-ten.
Certo, Barty ha fatto il suo: infatti la n. 1 non ha sfruttato ben due set point nel primo set (nel tie-break) e altrettanti nel secondo (sul 5 a 4 e servizio). Se solo due di quei quattro punti fossero finiti diversamente, staremmo commentando un altro match. Ma è inesatto dire che la sconfitta di Barty è dovuta a sue mancanze: la partita l’ha vinta Kenin, bravissima dall’inizio alla fine a crederci e lottare per ogni singolo punto. La statunitense è stata brava a disinnescare il gioco di slice e variazioni di Barty con la sua pazienza da regolarista, ma anche con colpi propositivi con dritto e rovescio da fondo, in grado di inventare traiettorie che spostavano l’avversaria fuori dal campo, permettendole di chiudere, spesso a rete.
Colpisce la freddezza di Kenin, contro una campìonessa ormai navigata come Barty, sostenuta da tutto il pubblico di casa: aver raggiunto la semifinale, contro ogni previsione, avrebbe “appagato” chiunque: si pensi, per fare due esempi recenti, a Elise Mertens nel 2018, oppure alla connazionale Danielle Collins, nel 2019. Kenin ha voluto di più, e ha saputo prenderselo, con una maturità da top-player.
Un percorso stellare, quello di Kenin, che dal primo turno vinto contro la nostra Martina Trevisan, ha saputo sfruttare lo spazio di tabellone lasciato libero grazie alle sconfitte di Serena Williams, Naomi Osaka e Caroline Wozniacki, per poi legittimare il suo traguardo più bello contro Barty. Il tutto, con un tennis regolare ma offensivo, e soprattutto intelligente nell’adattare, ogni volta, le scelte più giuste contro ogni avversaria.
In finale, Kenin sfiderà Garbine Muguruza, che ha sconfitto in finale Simona Halep con il punteggio di 7-6(8) 7-5 in poco più di due ore. L’exploit di Muguruza, campionessa al Roland Garros e Wimbledon ed ex n. 1 del mondo e ora n. 32, sorprende visto il lungo periodo buio che ha attraversato, ma non se si considera la campionessa che è e che ha dimostrato di essere, sempre in grado di poter vincere ogni torneo a cui partecipa. Muguruza oggi è stata brava ad essere offensiva e senza paura, senza commettere troppi errori, nel combattutissimo primo set e poi a tenere testa nel secondo. In generale, il match è stato di ritmo e livello altissimo, senza particolare demerito della rumena, che ha lottato ogni singolo punto.