Stanotte ha preso il via il primo torneo Slam della stagione 2024, l’Happy Slam australiano, e gli occhi degli appassionati italiani erano tutti puntati su Jannik Sinner, la volpe azzurra dei campi da tennis. Anche gli organizzatori aussie non sono immuni al fascino del nostro Jannik e non a caso proprio a lui è stato affidato l’onore di aprire le danze sulla Rod Laver Arena alle 12.00 ore locali, per noi le 2.00 del mattino, disputando il primissimo match del torneo sul centrale, opposto da favorito all’olandese Botic van de Zandschulp, n° 59 del Ranking ATP.
Nei giorni scorsi, Jannik è apparso sereno come traspare evidente dalle ultime dichiarazione di stampo sinneriano prima del match odierno: ”Sono venuto qua piuttosto presto. È importate arrivare per tempo per prepararsi bene. Ho avuto la possibilità di giocare un paio di partite a Kooyong. Spero di essere preparato. Ogni giorno sta migliorando il feeling con il campo. Inizierò subito la domenica. Vediamo come va”.
È andata più che bene: 6-4 7-5 6-3 in 2 ore e 34 minuti, sempre in controllo e senza sprecare troppe energie, ovvero il modo migliore di iniziare un torneo della durata di due settimane al meglio dei cinque set. Il prossimo turno, ancora da favorito, sarà contro l’olandese (ancora!?) Jasper de Jong.
Tuttavia se Jannik è sempre serafico come sua d’abitudine, sono mesi ormai che intorno a Sinner si è creata un’atmosfera di elettrizzante attesa, forse troppo: i sensazionali risultati ottenuti dall’azzurro negli ultimi mesi del 2023, culminati con la storica conquista a Malaga della Coppa Davis che ci sfuggiva dal 1976, hanno creato nei media e nei social un interesse impressionante intorno al tennis, e soprattutto a Sinner, che non si registrava dai tempi di Panatta e Barazzutti.
E naturalmente sono cresciute a dismisura aspettative e pressioni intorno al numero quattro del mondo e alla possibilità che compia un altro miracolo tennistico dopo quello Davis, ossia conquistare un Slam dopo 48 anni di ininterrotto digiuno: l’ultimo tennista azzurro a riuscire nell’impresa fu proprio Panatta, quando vinse a Parigi il Roland Garros nel lontanissimo 1976.
Da alcuni mesi, dicevo, cavalcando a tutta forza l’onda lunga del fenomeno Sinner, commentatori, osservatori e semplici appassionati vanno ripetendo che Jannik può vincere il Major australiano, ma il senso del loro può vincere è più vicino al vince sicuro, dimenticando quanto sia complicato aggiudicarsi anche un solo Slam in carriera. In Italia non accade dai tempo di Romolo e Remo, ma anche fuori dai confini nazionali, non è che ci sia stato tanto da festeggiare.
Durante l’era Fab, o ti chiamavi Djokovic o Nadal o Federer, oppure camminare sulle acque sarebbe stato più agevole che centrare il bersaglio Slam. Non è un caso che solo un pugno di tennisti ci siano in realtà riusciti: Marat Safin, Andy Murray, Juan Martin del Potro, Stan Wawrinka, Marin Cilic, Domic Thiem, Daniil Medvedev, Carlos Alcaraz sono gli unici eroi che hanno incrinato saltuariamente l’interminabile tirannide Fab.
Per quanto l’italiano sia un giocatore straordinario, non è scolpito nella roccia che Jannik vinca il suo primo Slam proprio in Australia: gli avversari più pericolosi dell’azzurro sono lì tutti per lo stesso motivo ma soprattutto Jannik deve ancora dimostrare compiutamente di saper gestire le massacranti due settimane di un evento Major.
Personalmente non ho alcun dubbio che l’azzurro sia pronto a cogliere un successo di tale portata: tecnicamente, mentalmente, fisicamente è ormai attrezzato per poterlo fare, i suoi recenti miglioramenti sono stati straordinari, ma sarà il campo quale giudice inappellabile a stabilire se il neo Jannik pronto lo sia veramente.
La mia non è mancanza di fiducia nei confronti del nostro campione, uno così forte in Italia non ce lo abbiamo mai mai avuto, ma conosco abbastanza bene il tennis per sapere che vincere è impresa ardua anche se ti chiami Jannik Sinner. E dunque, se l’azzurro non dovesse disputare un torneo all’altezza delle nostre altissime aspettative, evitiamo processi sommari e gogne mediatiche: Jannik uno Slam lo vincerà di certo prima o poi, basta avere la giusta dose di pazienza che l’adrianesco Sport del Diavolo richiede, soprattutto a noi appassionati azzurri.
Roberto “ItalyFirst” Eusebi