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Finale Australian Open: perché Nole ha dominato?

Pronostico rispettato ieri a Melbourne; Nole batte Andy Murray in tre set e conquista il suo sesto titolo australiano.
Ma quali sono state le possibili chiavi di una vittoria così netta del serbo?
Proviamo ad elencarle.


– La precoce uscita di Murray dal match.
Andy è entrato in campo senza energia e mai è riuscito ad essere potente e profondo in misura tale da impensierire il serbo.
Subìto il primo break, lo scozzese si è lasciato andare senza alcun freno. Primo set che quindi si rivela per Nole una vera passeggiata.
– Djokovic ha gestito benissimo i momenti difficili.
Nole ha avuto un passaggio a vuoto nel secondo parziale, ed è normale che capiti. Ma quanta intelligenza da parte del belgradese per tirarsene fuori!
Il campione di Belgrado è caduto in qualche gratuito, ma è sempre stato in grado di tenere vivo il set. Reggere bene gli scambi e pazientare fino al momento giusto per rialzare la sua asticella e brekkare ancora, questo il suo percorso. Ed è così che la seconda frazione si rivela quale vero momento chiave del match.

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– L’atteggiamento di Andy.
Talvolta lo scozzese ha toccato punte di autolesionismo davvero grottesche.
I gesti di disapprovazione verso se stesso , le grida , lo sguardo basso o irritato: tutte cose che non lo aiuteranno mai in campo, tanto meno a vincere match di tale importanza.
Completamente dimenticate le parole di Ameliè Mauresmo, che ha sottolineato quanto Andy riesca a giocare meglio appena smette di gridare verso il suo angolo.


– Dritto di Murray cercasi!
Pur mostrando una certa solidità a sinistra, il diritto dello scozzese ieri non è pervenuto.
Incerto nell’esecuzione, impreciso e soprattutto disordinato nel movimento, la totale assenza di questo colpo è pesata molto nei momenti cruciali del match , aumentando il già notevole divario tra lui ed il serbo.

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– Il mostruoso gap tra Djokovic e tutti gli altri.
Riuscire a gestire i momenti difficili fa la differenza tra un campione ed un vincente assoluto. Quando Nole non gioca bene, tiene il campo come pochi, attendendo che passi il momento e cercando contemporaneamente la chiave di svolta. Il serbo la trova , sempre , venendone fuori come nessun altro.

Quando tutto gira bene, il numero 1 è assolutamente inarrestabile.
In questo modo è davvero difficile porre limiti a Novak; il serbo può così continuare a riscrivere la storia del tennis, fin quando vorrà.

 

Piera Camerlingo

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