[tps_title]Hewitt e Baghdatis fanno molto, molto tardi nel 2008[/tps_title]
Erano le 4.43 della mattina quando il favorito di casa Lleyton Hewitt e il cipriota Marcos Baghdatis completarono il loro match di terzo turno, siglando così la partita finita più tardi (o più presto, dipende da come la vedi)in uno slam. Solo 5000 fan resistettero fino alla fine nella Rod Laver Arena per vedere l’idolo di casa imporsi per 4-6 7-5 7-5 6-7(4) 6-3 e lasciare il proprio avversario sull’orlo del pianto.
Il match fu mandato in campo solo 11 minuti prima di mezzanotte e durò 4 ore e 45 minuti precise, e battè il precedente record di match finito più tardi in uno slam, che era stato raggiunto da Andreas Seppi e Bobby Reynolds, che completarono a Melbourne la propria sfida di primo turno solo alle 3.43 della mattina.
[tps_title]Le lacrime di Murray nel 2010[/tps_title]
Cosa ne diciamo di Melbourne Park che porta in scena dei giochi con l’acqua? Certamente il fiume Yarra è molto vicino, ma ad aprire i rubinetti sui campi blu sono stati due giocatori sfiniti. Un anno dopo il “Dio, mi sta uccidendo” di Roger Federer (o meglio, era Nadal che lo aveva “ucciso”), che aveva perso la terza finale slam consecutiva contro quel rivale, questa volta è stato Murray a lasciarsi andare.
“Posso piangere come Roger, è una vergogna che non riesca a giocare come lui”, è riuscito a dire Murray tra i singhiozzi portati dal pianto dopo la pesante sconfitta inflittagli dal tennista svizzero.
[tps_title]Qualcuno porti una sedia a Nadal e Djokovic- 2012[/tps_title]
Questo giorno rimarrà nella storia perchè si giocò la più lunga finale slam maschile della storia, e ci vorrà un bel po’ prima che questo record venga infranto. Djokovic battè Nadal solo dopo 5 ore e 53 minuti, in un match che battè il precedente record di lunghezza di una finale slam di circa un’ora: infatti, ci mise 4 ore e 54 minuti MAts Wilander a battere Ivan Lendl agli U.S. Open del 1988.
Prima di quella partita, Nadal aveva un record di 133-1 quando vinceva il primo set; ma Djokovic ha infranto la statistica, vincendo la partita per 5-7 6-4 6-2 6-7 7-5. entrambi erano fisicamente distrutti, e gli organizzatori dovettero affrettarsi a portar loro una sedia durante la lunga cerimonia prima che svenissero.
[tps_title]La bocca matta di Kim Sears- 2015[/tps_title]
La fidanzata (allora) di Andy Murray sconvolse i telespettatori e chi le stava vicino alla Rod Laver Arena, quando imprecò apertamente contro Berdych lo scorso anno. Dopo che Murray vinse il primo set della propria semifinale, la telecamera si spostò sull’angolo del britannico, e filmò la Sears dire quello che sembrò essere “fot**** il tuo inizio brillante ceco, caz**” verso l’angolo di Berdych.
Kim Sears non sarà presente durante le due settimane a Melbourne, perchè sarà impegnata col parto del suo primogenito, e sicuramente vorrà tenersi le proprie imprecazioni per il dolore di quel momento.
[tps_title]Chi è quel ragazzo che sembra Muhammad Ali? -2008[/tps_title]
Il poco noto francese Jo-Wilfried Tsonga causò uno “Tsonga Tsunami” nel 2008, quando riuscì a raggiungere la finale. La sconfitta al primo turno di Murray con il 22enne di Le Mans è sembrata più giustificabile quando il francese sconfisse anche il numero 1 del ranking Rafael Nadal per prenotare un posto in finale con Djokovic.
Tsonga era allora numero 38 del mondo, e divenne l’ultimo di una lunga lista a raggiungere la finale slam nel primo dell’anno venendo dal nulla. Tsonga sconfisse Nadal in soli 117 minuti ma, dopo aver vinto il primo set, perse da Djokovic per 4-6 6-4 6-3 7-6(2)
[tps_title]John McEnroe squalificato nel 1990[/tps_title]
L’Australian Open ha registrato un sacco di uscite di senno, più recentemente il polacco Jerzy Janowicz perse la testa dopo la chiamata di una palla vicino alla linea urlando “How many times?” (quante volte?) un sacco di volte.
Ma questo non può neanche competere con il vero “bad boy” del tennis, ossia John McEnroe, che fu squalificato dal torneo nel 1990 durante il suo incontro di quarto turno. L’americano ebbe un primo avvertimento per aver minacciato un giudice di linea, il secondo per abuso di racchetta (che si trasformò in un punto di penalità) e il terzo, e decisivo per la squalifica, per aver insultato un giudice di sedia.
[tps_title]Safin sconfigge Federer nel 2005[/tps_title]
Federer era in una serie di 26 vittorie consecutive e non aveva ancora perso un set nel torneo quando sfidò il numero 4 del ranking Marat Safin in semifinale 11 anni fa.
Nessuno dava la bad boy russo grandi chance di battere lo svizzero, ma il suo poderoso fisico e l’impressionante servizio riuscirono ad abbattere anche lo svizzero al massimo delle sue capacità; l’allora numero 1 del mondo arrivò a lanciare la racchetta, lamentarsi tra sé e sé ed imprecare a lungo durante quella sera.
Nessuno credeva che Safin sarebbe riuscito a sostenere il suo altissimo ritmo per quattro ore e mezza, ma è quello che ha fatto ed è pure sopravvissuto ad un match point nel tie-break del quarto set per poi vincere la partita per 5-7 6-4 5-7 7-6 9-7.
[tps_title]Esplode la bolla di Martina Navratilova- 1984 [/tps_title]
La serie prima citata di Federer sembra nulla se la si compara a quella di Martina Navratilova. Infatti, quest’ultima era in una serie di 75 partite vinte di fila ed era davvero proiettata a vincere il settimo titolo slam di fila finchè Helena Sukova non fece andare in frantumi i suoi sogni sui campi in erba del Kooyong Stadium nel dicembre 1984.
Il servizio della numero 9 del seeding Sukova era troppo forte per essere maneggiato dall’allora 28enne Navratilova, che non perdeva dal gennaio dello stesso anno. Navratilova fu filosofica a riguardo la sconfitta “Fa male, ma sono sicura che lo supererò”.
[tps_title]Roddick sopravvive ad un match di 83 game nel 2003[/tps_title]
Non sarà come la partita Isner-Mahut a Wimbledon 2010, che vide giocare ben 183 game, ma la sfida di Roddick contro Younes El Aynaoui ebbe molto più significato perchè avvenne ai quarti.
L’ultimo set durò 2 ore e 23 minuti, circa come i primi 4 set assieme, e l’allora ventenne divenne il più giovane a raggiungere le semifinali dopo 11 anni, visto che vinse per 4-6 7-6 4-6 6-4 21-19.
A quell’epoca i loro 83 game batterono il precedente record di 73 game giocati stabilito da Yannick Noah e Roger Smith, quando il primo s’impose per 6-7 5-7 6-4 6-2 16-14.
[tps_title]Capriati ritorna e batte Hingis[/tps_title]
LA campionessa in carica tornò in partita dopo essere stata sull’orlo della sconfitta per impedire alla “Miss Svizzera” di vincere il quarto Australian Open.
L’americana era un set e 4-0 sotto ad un certo punto e poi annullò 4 match point per poi imporsi per 4-6 7-6 6-2.
La Capriati divenne solo la seconda a vincere il titolo dopo aver annullato un match point, dopo che ci riuscì Mary Carter nel 1956.
I grandi colpi della Capriati la portarono a vincere il titolo, mentre il caldo portò alla Hingis grandi problemi nella sua sesta finale di fila in Australia