Come tante cose anche fuori dal tennis, anche le avventure nei tabelloni di doppio ai tornei Slam possono nascere e svilupparsi quasi per caso, o meglio raggiungere vette assolutamente inaspettate alla vigilia, come accaduto alla coppia italiana formata da Fabio Fognini e Simone Bolelli, che lo scorso anno riuscì a conquistare il titolo agli Australian Open da outsider.
Quest’anno, nella più celebre tradizione delle sorprese “Down Under”, i protagonisti sono i francesi Lucas Pouille e Adrian Mannarino, buoni tennisti in singolare che però non avevano mai neanche bussato alle porte dell’Olimpo del doppio maschile: dopo il successo sulla coppia Estrella Burgos-Giraldo per 6-1 6-3 nel primo turno, è stato proprio il passaggio del testimone con il binomio Fognini-Bolelli, sconfitti al secondo turno con il punteggio di 7-6 6-4, a regalare forse quella spinta in più ai transalpini verso le fasi finali dell’importante rassegna australiana.
Di seguito sono arrivati il 6-3 7-6 all’esperta coppia colombiana N.12 del seeding Cabal-Farah ed il clamoroso successo per 7-6 6-7 6-4 sulle prime teste di serie Rojer-Tecau, proiettando i blues verso la loro prima semifinale in un Major che li vedrà opposti ai N.7 del draw Jamie Murray-Bruno Soares.
Nelle ultime ore è trapelata anche la simpatica vicissitudine di Mannarino, che non essendosi dato troppa fiducia per gli Australian Open aveva prenotato per oggi il volo che lo avrebbe portato a Montpellier per il prossimo evento del tour, eppure poco importa se ad attenderlo c’è una semifinale Slam con la concreta possibilità di arrivare a sognare il trofeo. Come hanno confessato parlando della loro esperienza anche i diretti interessati tramite il portale Tennismagazine.fr.
Lucas Pouille:”E’ la prima volta che riesco ad arrivare così in avanti in un torneo come questo, e dunque per me è una sorta di doppia pressione. La strada è ancora lunga, ma faremo di tutto per raggiungere la finale. L’attesa alle volte può essere snervante prima di un match così importante, anche perché non pensiamo troppo ad eventuali tattiche; si può dire che il nostro doppio è una fusione di due singoli nel vero senso della parola riguardo al gioco, ed almeno per questo aspetto crediamo di essere più forti di tanti altri sul terreno di gioco.”
Adrian Mannarino:”Mi è successo due volte agli US Open, di uscire sconfitto in singolare e rimanere qualche tempo in più per il doppio, ed avevo giurato di non farlo mai più (ride). Senti che devi rimanere, però allo stesso tempo non ti senti al 100% dentro al doppio, anche se chiaramente poi va fatto quello che si deve fare. La pressione aumenta ogni volta, ed è difficile riuscire a ripetere più di una volta una prestazione maiuscola, però certamente ci proveremo sperando di vincere il torneo.”
Tanta pressione, dunque, ma anche la certezza di avere già vinto la propria sfida, arrivando ai piani alti del doppio in uno Slam, con tante soddisfazioni ed un nuovo legame che altrettante potrebbe portarne in fututo. Un futuro, chissà, neanche così tanto remoto.