Jannik ci ha preso gusto con la partenza lanciata. Risponde bene e fa sua l’inerzia degli scambi spingendo come un forsennato da fondocampo. Comanda un rally di 26 colpi e lo chiude con un comodino di rovescio incrociato che Taro può solo guardare. Nel secondo gioco c’è la reazione di Taro (0/30) ma Jannik risale con la prima che gli frutta veloci combinazioni. La tempesta perfetta non accenna a finire e il povero Daniel è costretto a fronteggiare altre due palle break; questa volta Jannik è un gatto a rete sul robusto passante del nipponico: 3-0 e servizio. Segue un momento di stasi e Taro ritrova tempo, fiducia e due break silenziosi per il 3-3. Sinner non si scompone e brekka a zero (è il quinto break in sette game); ora, con palle nuove, entrambi tengono botta e arriva il momento di servire per chiudere (5-4). Jannik comincia con un doppio fallo, poi il nastro lo respinge al mittente per lo 0/30. Taro arriva ovunque e si difende come un leone ma Sinner è bravo a tenere la calma dopo un recupero fenomenale del giapponese e a riscostruire da zero il punto. Sfuma il primo set point, ma con un ace e uno smash si chiude questo parziale più duro del previsto.
La lotta si fa intensa, Taro cancella una palla break, si porta avanti sull’errore di Sinner, infine si salva dal rientro di Jannik con un ace provvidenziale: 3-0 carico di rimpianti. Ora il rosso di San Candido accusa il colpo e finisce sotto 0/40, che presto si trasforma nel secondo break di svantaggio. Il punteggio non concede speranze per questo set ma bisogna riaccendere il motore per salvare la partita (nel frattempo il 5-0 arriva come una mannaia). In quest’ottica è prezioso il gioco del 5-1 anche se i quindici in risposta rimangono troppo sporadici: un set pari (il primo perso in stagione da Jannik) e palla al centro.
È liberatorio il primo game in cui Jannik tiene il servizio con qualche apprensione ma Taro adesso è sicuro nel difendere la propria battuta. Il nipponico prende più spesso l’iniziativa e Sinner balla tra i flutti in attesa di un’occasione buona. Sul 30/15 arriva uno scambio sinneriano, lungo e tosto che sfinisce il giapponese, seguito da un gratuito che si trasforma in palla break. Daniel però rintuzza con un servizio vincente poi viene a rete a prendersi il vantaggio. Jannik non trova linfa in risposta e deve dare fondo a ogni risorsa mentale per tenere il muso avanti nei propri turni (4-3). Ci vuole uno scambio di 22 colpi concluso dall’errore di Daniel per riaccendere la scintilla, poi Jannik scende a rete a prendersi tre palle break in fila. L’occasione è di quelle a doppio taglio, che se non la cogli ti butta giù: lo spettro prende forma perché il giapponese risale grazie anche a due ace, poi concede un doppio fallo ma annulla ancora con una buona combinazione servizio dritto. Un dritto scentrato vale la quinta palla break del game e un gratuito di Daniel il sospiratissimo e balsamico vantaggio per l’azzurro che ora servirà per il set (5-3). Un vibrante duetto a rete regala due set point ma Daniel è duro a morire e li annulla entrambi, più un terzo ai vantaggi (qui errore di misura con il rovescio per Jannik) prima di capitolare alla quarta occasione su un ace che chiamare liberatorio è un puro eufemismo.
Il sollievo scatena Jannik che comincia a sparare traccianti qua e là per il campo mandando fuori giri Daniel. Il giapponese ha il fiatone e sulla prima palla break commette doppio fallo: 1-0 Sinner, che conferma subito il vantaggio sfruttando il momento di impasse del dirimpettaio.
Il 3-1 è suggellato da un favoloso rovescio lungolinea che vuol dire fiducia e entusiasmo, gli stessi ingredienti che portano al secondo break (4-1) con un colpo esattamente speculare: dritto lungolinea dopo aver mosso il malcapitato Daniel ai due estremi del campo. Taro onora l’impegno annullando due matchpoint sul proprio servizio ma Jannik è libero e spensierato, scaglia vincenti da ogni dove e alla terza occasione inchioda la riga con un dritto incrociato. Per la prima volta Jannik arriva agli ottavi di finale a Melbourne e sfiderà l’idolo di casa De Minaur (già battuto al Next Gen di Milano 2019 e a Sofia 2020): in quest’ottica l’apprensione di oggi può rivelarsi utile perché sarà un match teso, con il pubblico pronto a giocare un ruolo fondamentale. Viene spontaneo ricordare il terzo turno degli Us Open 2021, quando la bolgia aizzata da Monfils causò a Jannik qualche iniziale timore, mettendo alla prova la sua capacità di reagire alle difficoltà. Il tennis continua a proporre i suoi rebus ma Jannik si dimostra sempre più bravo a risolverli. Chissà poi se sono vere quelle voci sull’ingresso di John McEnroe nello staff sinneriano: l’ipotesi è suggestiva e autorizza dolci pensieri.