Come accade ogni anno di questi tempi, l’Australian Open è pronto ad aprire i battenti. E lo fa in una cornice in parte rinnovata grazie all’ammodernamento delle strutture dove si disputeranno le partite dello Slam. Queste novità riguardano soprattutto la copertura dei campi. Infatti, in ben tre di essi è possibile continuare a giocare anche in presenza di tempo avverso, cosa tutt’altro che indifferente sia per i giocatori che per i tifosi.
I giocatori più attesi quest’anno sono senz’altro i due leggendari avversari di sempre: Federer e Nadal. Oltre alla loro storia, quest’anno c’è qualcosa di diverso. I due arrivano alla vigilia del torneo con situazioni diametralmente opposte. Se lo svizzero è sull’onda dell’entusiasmo dopo la vittoria in Davis e le mille vittorie ottenute in match ATP, il maiorchino è appena rientrato dopo una lunga pausa dettata dai molteplici infortuni che l’hanno perseguitato nella seconda parte di stagione, prima al polso e poi l’operazione di appendicite a fine anno.
Nelle esibizioni non ha brillato e l’entusiasmo intorno a un suo ritorno in grande stile come avvenuto l’anno scorso si è affievolito, tanto che neanche lo spagnolo crede più di tanto in un suo possibile exploit. In molte dichiarazioni a stampa e televisioni ha più volte ribadito di non considerarsi uno tra i favoriti per la vittoria finale. La poche partite di preparazione pre-stagionali non hanno aiutato Rafa, ancora non al top della condizione. Tra le sue dichiarazioni traspare molto pessimismo, figlio di una condizione fisica ancora precaria.
Nadal senz’altro si giocherà tutte le carte a propria disposizione cercando di aumentare il più possibile i giri del proprio dritto per evitare di finire succube del gioco dell’avversario di turno.
Chi di certo se la passa diversamente è Roger Federer sia sul piano mentale che su quello fisico. Dopo l’ennesima vittoria (83 titoli) su Milos Raonic a Brisbane, è pronto come non mai a dare battaglia ai soliti Djokovic, che gioca praticamente a casa sua, al connazionale Wawrinka, detentore del titolo, e perché no, ad Andy Murray, che nel finale di stagione scorsa ha fatto vedere qualcosa di simile al Murray di due anni fa.
Sul piano mentale Roger è ovviamente motivatissimo, oltre a stare molto meglio rispetto al torneo dell’anno scorso, quando era reduce da dolori alla schiena che lo avevano fermato poco prima, era alle prese con una nuova racchetta e aveva conosciuto il suo nuovo allenatore (Edberg, ndr) da pochissimo tempo. Ora però sono cambiate le carte in tavola.
Lui ha sensazioni più che positive raccontando il fatto di come, anche grazie a una nuova racchetta, la sua velocità e conseguente efficacia al servizio sia notevolmente aumentata. Ha contribuito anche il cambio di allenatore, insieme a un po’ di buona sorte che lo ha preservato ulteriormente da infortuni.
E proprio oggi nella tradizionale giornata dedicata ai bambini sui campi di Melbourne papà Roger porta con sé i suoi due figli, nati lo scorso maggio, Leo e Lenny. Insieme alle altre due sorelline i due hanno potuto assistere entusiasmati alla performance del loro papà .
Un eventuale incontro tra questi due mostri sacri del tennis si potrebbe disputare in un’ipotetica semifinale, come quella dell’anno scorso in cui lo spagnolo di Manacor si impose in tre set. Ma il cammino è ancora lungo e tortuoso prima di quella partita, specie per Nadal che match dopo match dovrà testare la propria condizione fisica.
E intanto dal sorteggio del primo turno Nadal non è certo aiutato dalla dea bendata, visto che come primo avversario avrà Mikhail Youzhny, non proprio un giovanotto ma è sempre un avversario molto ostico. Per l’iberico sarà necessario anche un po’ di fortuna durante i primi match, in modo che possa subito riprendere il ritmo, lasciato per via dei vari infortuni
Di Simone Marasi