Scusate il ritardo. Gli Australian Open sono cominciati da quattro notti e i pronostici non sono ancora giunti sui vostri schermi. Spero mi perdonerete. La verità è che ho dovuto pensare molto a quello che sto per scrivere; il rischio di prendere una cantonata è altissimo, perchè quel che leggerete potrebbe portarvi a chiudere immediatamente la pagina che state leggendo.
Eppure, sprezzante del pericolo, m’accingo a cominciare dal torneo maschile con quella che potrebbe chiamarsi filosofia tennistica negativa. Scrivendo cioè chi non vincerà questi Australian Open. Il trionfatore dell’Happy Slam 2021 non si chiamerà né Rafael Nadal né Novak Djokovic.
Rafa, quotato 7, è reduce da problemi alla schiena dell’ATP Cup e ha giocato la sua prima partita ufficiale del 2021 contro Laslo Djere al turno d’esordio, tre giorni fa, vincendo in tre set (6-4, 6-3, 6-1). Non lasciatevi ingannare dalla vittoria all’A Day At The Drive contro Dominic Thiem: era un’esibizione, un giornata di tennis sotto il sole dell’estate australiana, e chi l’ha vista sa che come tale si è giocata. Lo spagnolo ha poi saltato di netto l’ATP Cup in cui è entrato negli highlights solo per gli incitamenti ai compatrioti dalla panchina.
Nadal ha giocato bene anche con Djere, intendiamoci, ma ha subìto un break a zero nel primo set e concesso negli altri due parziali altre quattro palle break (tre delle quali nel game decisivo del secondo). Il dritto va veloce e anche il movimento è quello dei tempi belli, ma non m’è parso agile come uno che possa vincere uno Slam. È stato più volte infilato dai passanti del serbo quasi come se la discesa a rete fosse l’unica soluzione di cui disponeva in quel momento. La partita è stata più lottata di quanto dica il punteggio e Djere, se i numeri contano, è il 56 del mondo.
Il test-Mmoh di ieri notte è stato facile e non probante. Si è scambiato non molto e Nadal ha concesso una sola palla-break. La schiena è sembrata in via di miglioramento, ma si badi: stiamo parlando di una partita contro il 177 del ranking durata meno di due ore.
Il maiorchino ha ora un tabellone non esattamente comodo: domani Norrie, poi Fognini o De Minaur e uno tra Tsitsipas e Berrettini. E ciò solo fino ai potenziali quarti di finale. Tutto ciò mi fa dire che Nadal non sarà il vincitore di questi Australian Open.
Nemmeno Novak Djokovic lo sarà. Il campione in carica ha già perso un set ieri l’altro contro Frances Tiafoe nella sua seconda partita. Lo scorso anno il parziale lo perse al primo turno conto Struff, e poi non ne concesse più fino alla finale contro Thiem. Se vincere uno Slam, e in particolare questo Slam, è una questione di centimetri, è giusto far attenzione a tutto: Nole è stato breakkato due volte dall’americano ed ha avuto una percentuale di concretizzazione di palle break pari al 36 percento (5/14). Nella prima partita, vinta senza concedere nulla o quasi a Chardy, il dato che stride è sempre lo stesso: il match è finito 6-3, 6-1, 6-2, ma il numero uno del mondo su 13 palle break ne ha trasformate solo 6, ovvero il 46 percento. Questi dati lo proiettano fuori dalla classifica dei venti migliori convertitori di palle break dell’intero torneo. Novak figura invece in quella delle percentuali di punti con la prima e con la seconda: è rispettivamente quarto e settimo, con l’85 e il 63 percento.
Nelle statistiche di punti fatti con la prima e con la seconda comanda un altro signore: Milos Raonic (89 e 69 percento), che guarda caso sarà verosimilmente l’avversario di Djokovic al quarto turno. Raonic ha sfidato e sconfitto Coria e Moutet lasciando un set per strada al secondo turno, ed è alla pari con Nole nel numero di palle break trasformate (undici). Il potenziale incrocio tra il canadese e il serbo, mai come questa volta, promette fuoco. Inferno invece è previsto per l’eventuale semifinale tra il numero uno e Kyrgios: Novak è già in hotel a chiedersi chi sia meglio sfidare tra l’aussie e Thiem, avversari domattina. È probabile che tra i due sceglierebbe il secondo: giocare contro il suo nemico storico e giurato a Melbourne non dovrebbe essere facile, soprattutto per uno che col pubblico ci litiga più di qualche volta e i cui nervi non sono esattamente saldissimi. Contro Thiem, però, ha già perso in cinque occasioni. L’approdo a quella semifinale, tra l’altro, se lo dovrà sudare: ai quarti lo aspetterà con tutta probabilità Sascha Zverev.
È chiaro che si sta parlando del super favorito secondo i bookmakers: la vittoria di Djokovic è quotata 2.50. Ciò significa che per chi ne capisce davvero Nole può farsi strada tra i fulmini e le saette che gli pioveranno dal cielo (o dagli spalti) e andare a vincere il torneo per il terzo anno consecutivo. Sarà davvero così? Esistono possibilità che la risposta sia no. Ed è già una notizia.