Niente da fare, Jannik

Sconfitta senza storia per Sinner, che sbatte sulla versione migliore di Stefanos Tsitsipas e non trova risposte al suo strapotere (6-3, 6-4, 6-2). Epilogo che brucia ma non cancella un ottimo torneo.

Ci siamo. Il momento della verità è arrivato, mentre nei cieli italiani l’alba è ancora di là da venire. Se il buon giorno si vede dal mattino, ci piace molto il primo punto: uno scambio di sportellate da fondo che Jannik gestisce a piacimento per chiudere con il dritto. Jannik va avanti 0/30 ma Tsitsipas rimedia con l’aiuto del servizio (1-0). Il greco è decisamente più in palla rispetto agli ottavi, come se la sofferta vittoria con Fritz gli avesse levato di dosso la ruggine: fa male con il dritto e diventa pericoloso sulle seconde di servizio di Jannik, risalendo da 40/15 al break, poi facilmente confermato (3-0). Jannik muove il punteggio ma adesso Tstsi difende agevolmente la battuta e ci si trova rapidamente sul 4-2. Uno splendido passante incrociato di dritto vale il 30/30 ma ancora una volta il servizio è decisivo per evitare guai al greco (5-2). Il primo set si chiude 6-3 su quell’unico break decisivo.

Anche il secondo parziale comincia male, soprattutto grazie a uno splendido rovescio a uscire del greco che ribalta l’inerzia del terzo game e lo lancia sul 2-1 e servizio. La pioggia, che era attesa più tardi, spiazza tutti costringendo alla chiusura del tetto. Tsitsipas ricomincia come aveva finito: perfetto (3-1), con il valore aggiunto di un rovescio che funziona meglio. Jannik rimane in scia ma non trova ritmo in risposta per merito dell’aggressività di Stefanos, sempre profondo e verticale, pronto a prendersi la rete. Non ci sono chance, il greco chiude 6-4 al secondo set point senza nemmeno sudare troppo.

Ora tra i due c’è un oceano; da attraversare a nuoto. Non sappiamo quanta energia abbia ancora Sinner per provarci. Il greco dovrebbe calare per dargli qualche speranza, invece sale ulteriormente, tirando fuori un rovescio da cineteca che spiana la strada al break di vantaggio anche nel terzo set. Non c’è niente da fare: ogni difficoltà è alle spalle per lui, che è stato in grado di portare a casa la pelle nei turni precedenti e di trovare la condizione sul campo. Al povero Jannik è toccata la tempesta perfetta. I punti in risposta di Sinner sono numeri d’alta scuola ma sempre sporadici e isolati: il problema è metterne insieme una quantità sufficiente per darsi una possibilità. Per la prima volta trascina il greco ai vantaggi ma la sospirata palla break non arriva e non arriverà mai. Quello di Stefanos è un vero e proprio tiro a segno sulle righe: non c’è trippa per gatti, anzi c’è il secondo break che condanna l’italiano. Si chiude 6-2 una partita onestamente ben peggiore di quanto ci aspettassimo.

Vero che il greco è stato mostruoso ma va detto che la sua prestazione ha messo in evidenza i limiti di Jannik e gli aspetti su cui dovrà ancora lavorare. Tanto per cambiare, è stato il servizio a tradire, perché se si vogliono ribaltare situazioni del genere bisogna tenerlo con continuità e sicurezza fino a instillare qualche dubbio nella mente dell’avversario. Oggi Sinner l’ha perso in apertura di ogni set, spianando la strada a Tsitsipas e tagliandosi le gambe da solo su ogni possibilità di rientro.
Bene, a vent’anni il secondo quarto di finale Slam è un risultato da celebrare ma in un certo senso l’aspetto più prezioso è il rimpianto bruciante che toglierà il sonno a Jannik nei prossimi giorni: è giusto volere di più, è lecito ed è realistico. A presto Jannik, ti aspettiamo.

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