La seconda settimana del primo Major dell’anno è cominciata oggi, con i match clou entrati ufficialmente nel vivo, con le dovute sorprese. Il Day8 è stato caratterizzato dall’uscita di scena di Novak Djokovic, battuto da Hyeon Chung, abile nell’interpretare al meglio il match, portato a casa grazie ad un importante piano tattico e forma fisica del tennista sudcoreano. Oggi c’è stata anche l’uscita dell’ultimo rappresentante italiano, Fabio Fognini, incapace di impensierire Tomas Berdych, sembrato in forma e motivato per provare a vincere quello Slam suo obiettivo da anni, difficile anche quest’anno, con un Roger Federer in più sulla propria scia. Ieri la vittoria di Grigor Dimitrov sul beniamino di casa Nick Kyrgios, nei giorni scorsi l’eliminazione di Stan Wawrinka: tante difficoltà, diverse sorprese, con i soliti due favoriti. Roger Federer e Rafael Nadal finalisti qui l’anno scorso, nel Risorgimento tennistico, con un percorso straordinario, in due modi differenti, soprattutto rispetto a quello dell’edizione in corso, in cui entrambi i tennisti sono tornati alle posizioni di appartenenza. È dunque interessante ricapitolare e confrontare il cammino del 2017 dei due campionissimi e quello di quest’anno, con un domanda legittima, con le possibilità di accedere all’atto conclusivo: sarà ancora Fedal? I tifosi e gli appassionati di tennis sì, naturalmente, per lo spettacolo e l’appeal del match, con un 39° capitolo interessante e sinonimo di rivincita: ricapiterà anche domenica 29 gennaio 2018?
2017 CAMMINO A SORPRESA- Rafael Nadal arriva da testa di serie #9 e viene inserito nella parte bassa del main draw dell’edizione degli Australian Open 2017, quella del gran ritorno. Dopo il pessimo 2016, il maiorchino ritorna in grande stile subito con la vittoria sul tedesco Florian Mayer, battuto per 6-3 6-4 6-4, con un vittoria senza storia, che si ripete senza mezzi termini contro l’esperto cipriota Marcos Baghdatis. Contemporaneamente, nella parte alta del tabellone, Roger Federer, non convince fin da subito contro l’esperto Slam Jurgen Melzer: la testa di serie 17, sulle orme di Pete Sampras, dopo aver perso il secondo set, riesce a vincere con un doppio 6-2. La vittoria sull’austriaco è succeduta da un’altra vittoria piuttosto complicata contro l’americano Rubin, battuto per 7-5 6-3 7-6 (3), ma è al terzo turno che The King mette in mostra un tennis spettacolo: Tomas Berdych è battuto 6-2 6-4 6-4, con il pubblico in delirio, con la sensazione che l’elvetico sia tornato, davvero. Il tabellone sicuramente più complicato del classe ’81 è dovuto dalla classifica, e già agli ottavi, ecco Kei Nishikori, che quest’anno ha dato forfait: 6-7 6-4 6-1 4-6 6-3 il risultato finale, in un match ricco di alti e bassi, ma in cui Federer è ancora il grande protagonista. Ma il tabellone di Rafa non è da meno, e al terzo turno arrivano i primi set persi, ma anche le prime sensazioni positive contro Alexander Zverev, battuto 4-6 6-4 6-7 6-3 6-2, con il solito difetto del tedesco, che cala nei set finali dopo 2,30h di buon tennis: prima della seconda settimana, il match contro Gael Monfils è l’esame dello spagnolo, che accumula fiducia e vittorie, accedendo ai quarti vincendo 3 set a 1 sulla testa di serie #6. I due continuano il proprio percorso, e mentre Roger batte agevolmente Mischa Zverev, altrettanto fa lo spagnolo: il finalista Wimbledon 2016 Milos Raonic è domato per 3 set a 0. Ma la grande bellezza avviene nelle rispettive semifinali, ambedue al cardiopalma, con continui colpi di scena, veri spartiacque delle rispettive stagioni, ricche di trofei e fiducia. Roger sfida nel derby svizzero Stan Wawrinka, mentre il maiorchino vince contro Grigor Dimitrov, che anche quest’anno fa sul serio. Il #2 al mondo vince i primi due contro il tre volte campione Slam, ma poi perde 6-1 6-4 gli altri due, trionfando al 5° per 6-3, con le lacrime di addetti ai lavori e appassionati. Il bulgaro invece mette sotto pressione alla stessa maniera lo spagnolo, che però con caparbietà e forza fisica, batte 3 a 2 il classe ’90, in uno dei match più belli della stagione: 6-3 5-7 7-6 6-7 6-4 il risultato finale. E poi, la materializzazione dei sogni, qualcosa di altamente improbabile, che si realizza nel giorno più bello dell’ultimo decennio: la saga che sembrava scomparsa, riprende con Roger Federer che vince il 18° Slam in carriera sull’eterno rivale con nuove tattiche e voglia di vincere. 6–4, 3-6, 6–1, 3–6, 6–3 il risultato finale: è estasi mondiale.
2018: ANCORA FEDAL IN FINALE? Rispetto alla delusione US Open causata dal forfait a tabellone già fatto di Andy Murray, con Federer posizionato difatti nella parte di tabellone dello spagnolo, nell’unico Slam in cui c’erano entrambi eccetto Melbourne quest’anno il tabellone è stato completamente diverso, grazie alla classifica di entrambi, con le primi due posizioni occupate e dunque posizionati in modo opposto nel main draw. Il debutto di Rafa è stato perfetto: triplo 6-1 al redivivo Estrella Burgos e tanti saluti. Parallelamente, lo svizzero ha vinto 6-3 6-4 6-3 contro Bedene, e ancora oggi, a quarti di finale acquisiti, sta viaggiando a fari spenti e con pilota automatico, senza perdere nemmeno un set. Un cammino perfetto rispetto all’anno scorso, complice un tabellone più semplice ma amministrato anche meglio, complice le uscite di Nole e Stan, scarichi, ma pur sempre vincitori Slam. Poi, nel secondo set, un breve pericolo rappresentato dai rispettivi tie- break per entrambi: Nadal ha domato il sempre pericoloso argentino Leonardo Mayer, mentre per lo svizzero, il tedesco Struff ha creato qualche grattacapo, ma tenuto ugualmente “a bada”. Terzo turno acquisito e gestione delle energie perfetto da entrambi: un Nadal versione 2008 con completino e fisico di un decennio indietro, che contro il bosniaco Dzumhur ha vinto ugualmente in maniera netta per 6-1 6-3 6-1, mentre l’elvetico ha battuto il francese Richard Gasquet, impotente contro il tennis offensivo svizzero. L’ennesimo approdo alla seconda settimana, ha visto Rafa trionfare contro Diego Schwartzman, contro cui ha perso il primo set del torneo peraltro al tie-break contro il primo vero pericolo, mentre il fenomeno Roger continua ad abbattersi indissolubile su una concorrenza povera, come su Marton Fucsovics, battuto oggi 6-4 7-6 (2) 6-3. Ed ora? I rispettivi tabelloni sono stati piuttosto semplici per entrambi fin qui, complice qualche eliminazione di troppo e sorprese che però sembrano un po’ troppo lontani dai due campioni: che siano ancora troppo forti per chiunque? I quarti vedranno contro Rafael Nadal e Marin Cilic, in un match sulla carta piuttosto sbilanciato, considerando le 5 vittorie dello spagnolo, 2 l’anno passato, e una per il croato nel primo confronto a Pechino nel 2009, ma il campione US Open 2014 è pur sempre un avversario difficile da affrontare, che ha perso un solo set nel corso del torneo, e che se dovesse ripetere un torneo stile New York o Londra, potrebbe anche battere il #1 al mondo, fin qui apparso ingiocabile. Considerando dunque una possibile vittoria, magari per 3 set a 1, con il tennista offensivo del croato che potrebbe mettere in difficoltà il classe ’85, Nadal potrebbe sfidare in semifinale il reale pericolo: Grigor Dimitrov. Il bulgaro, Maestro 2017, a Melbourne ha incantato qui l’anno scorso, con la semifinale raggiunta, la seconda Slam dopo Wimbledon 2014, ma poi incontrò lo spagnolo: che sia possibile una rivincita? Kyle Edmund ha fatto un gran torneo, ma anche se il bulgaro non stia giocando bene, ha definitivamente svoltato contro il beniamino di casa Nick Kyrgios, dunque dovrebbe battere l’inglese, ancora inesperto per certi palcoscenici. 10 a 1 i confronti tra lo spagnolo e il bulgaro, con l’unica vittoria del classe ’90 a Pechino nel 2016: Nadal partirebbe ancora favorito, ma le scorie di un possibile match lungo contro Cilic, potrebbe metterlo in difficoltà. Riuscirà dunque Dimitrov con il suo miglioramento a battere il mancino Nadal? Tante domande irrisolte, a cui solo il tempo potrà rispondere: aldilà delle statistiche, il campo si sa, è un’altra cosa. Dunque in un’ipotetica finale, ecco Roger, che contro Tomas Berdych parte inevitabilmente favorito: 19-6 i precedenti, con il ceco che non vince da 5 anni a Dubai contro l’allora copia spenta dell’elvetico, l’anno scorso ingiocabile. Un solo set perso contro il classe ’85 negli ultimi 8 incontri: 0 persi nel torneo, in cui il ceco ha giocato alla grande domando tennisti pericolosi contro Fabio Fognini e Juan Martin Del Potro che avrebbero reso ancor più incentro l’esito dei quarti? Roger deve prendere con le pinze il match, ma la perfezione raggiunta l’anno scorso è ancora vivida e dunque almeno un posto in finale dovrebbe essere alla portata. Probabilmente ha il percorso più agevole, ma non per forza è già in finale: non da sottovalutare una possibile semifinale, in cui è plausibile sfidi Chung in forma e il più giovane del lotto, ormai in trance agonistica. Neanche testa di serie, ha eliminato il più importante rappresentante Next Gen Sascha Zverev e Nole: l’inesperienza potrebbe ritorcersi contro, ma la volontà di far bene c’è, soprattutto contro il Maestro, mai sfidato. Sulla carta favorito, c’è pur sempre la sorpresa americana Tennys Sandgren, che ha fatto vittimi illustre come Stan the Man e Dominic Thiem: le sorprese non mancano, spingersi oltre non è più un sogno per il coraggioso statunitense. Sulla carta sono i favoriti, Roger Federer vs Rafael Nadal, la finale delle finali: il 39° capitolo della saga più attesa è in arrivo?