Sinner-Djokovic: siamo di fronte ad un passaggio di consegne?

La vittoria di Jannik Sinner contro Novak Djokovic nel suo regno potrebbe rappresentare il definitivo passaggio di consegne tra l'era dei Fab4 ed il nuovo che avanza

Oggi, 26 Gennaio 2024, è un giorno di gloria che pochi di noi facilmente dimenticheranno. Sulla Rod Laver Arena il predestinato azzurro Jannik Sinner ha sconfitto, addirittura dominandolo per lunghi tratti, il numero uno indiscusso del mondo, il serbo Novak Djokovic, detentore di ogni record tennistico possibile ed immaginabile. Con l’ impresa appena compiuta, l’altoatesino accede alla sua prima finale Slam, diventando il primo Italiano in assoluto a raggiungere un traguardo così prestigioso in Australia.

Questa fantastica vittoria del classe 2001 azzurro non è solo un grande e storico successo in sé, bensì assume significati molto più ampi e profondi che ora cercheremo di analizzare più nel dettaglio. Tutti sappiamo che Jannik è nella sua più intima essenza un vincente, ne ha dato prova in diverse occasioni nella passata stagione, ma i veri fenomeni sono quelli che arrivano in fondo agli Slam, entrando in finale e cercando di conquistare il titolo di Campione.

L’italiano fino ad ora si era spinto al massimo fino alla semifinale di un Major, quando fu sconfitto a Wimbledon proprio da Djoker nel 2023, ma mai aveva dato l’impressione di poter competere seriamente per la vittoria finale in un evento di tale importanza. Oggi, invece, grazie al grande lavoro svolto con il suo nuovo team, è riuscito a compiere quel passo fondamentale che non gli era riuscito ancora. Un piccolo passo sul tabellone, un passo enorme per la sua carriera.

E dunque grazie alla vittoria ottenuta contro il serbo, Jannik è atterrato sulla Luna e ha mostrato al mondo intero che razza di giocatore Slam sia divenuto il nostro ragazzo d’oro: letteralmente devastante. In campo vola, si sposta con una rapidità impressionante, difende come il miglior Djokovic, sempre propositivo, sempre offensivo, mai domo e soprattutto in grado di mantenere la concentrazione senza cali di tensione per tutta la durata dei match. E soprattutto si dimostra fisicamente preparatissimo, tanto che alla fine dell’incontro di semifinale, era così fresco e riposato che sembrava uscito da una partitella di doppio tra amici al club del tennis.

In più ha giocato in modo così straordinario non contro un carneade qualsiasi, ma proprio opposto all’imperatore d’Australia, Novak Djokovic, i cui record nello Slam Down Under farebbero impallidire chiunque, ignaro, li ascoltasse per la prima volta. Jannik, indipendentemente da come andrà la finale, è un vero tennista Slam, perché ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio di poter giocare in modo stratosferico al meglio dei cinque set per due settimane.

(Photo by DAVID GRAY/AFP via Getty Images)

Il secondo aspetto da sottolineare concerne il nuovo ruolo di Sinner all’interno dell’elitè del tennis mondiale. Un giocatore che entra nella tana del lupo, lo domina letteralmente così come ha fatto Jannik con Nole, sposta come un terremoto gli equilibri generali, indipendentemente dal Ranking attuale e dal risultato della finale di Domenica : è lui ora l’uomo da battere, il giocatore con cui si sa che giocare e perdere è nell’ordine delle cose.

Con Alcaraz in fase di assestamento, con Medvedev che non è più lo spauracchio personale di Jannik, con Rune che qui agli Australian Open è uscito prematuramente, con Djokovic, addirittura, che pare subire la personalità ed il tennis della nostra volpe, anzi tigre azzurra, almeno sulle superfici veloci indoor e outdoor di ogni latitudine, è il tennista che tutti vorrebbero fosse sempre dalla parte opposta del tabellone. Oggi il numero quattro al mondo, ancora per poco, ha strappato al serbo lo scettro del comando con inaudita autorità, è lui e solo lui il vero maschio alfa del branco ATP.

L’ultimo effetto a cascata dell’impresa realizzata dall’azzurro è forse quello più significativo e foriero di ulteriori sviluppi. Con la sconfitta di Nole, probabilmente è finito il tennis per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 20 anni: prima i Fab4, poi i Big3, infine il Big One, per due decenni hanno vinto tutto quello che c’era da vincere, lasciando solo le briciole agli affamati rivali e dominando in lungo ed in largo nei tornei più prestigiosi in giro per il mondo: dopo Roger Federer e Rafa Nadal, Jannik infatti è il primo giocatore ad aver battuto The Djoker in tutte le tre competizioni tennistiche più importanti: Slam, Atp Finals e Coppa Davis.

Se ciò non sia una rivoluzione copernicana vera e propria, non so cosa altro possa essere. Abbiamo assistito dunque ad una partita speciale, quelle del tipo McEnroe-Borg a Wimbledon, McEnroe-Lendl al Roland Garros, Sampras-Federer ancora a Wimbledon, insomma uno di quei match che segnano un’epoca e danno l’avvio ad un nuovo periodo storico. Vedremo se il nuovo avrà preso definitivamente il largo oppure ci sarà il sussulto d’orgoglio del campione mai domo.

Roberto “ItalyFirst” Eusebi

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