Roger Federer, subito dopo il match vinto contro Fucsovics in ottavi, aveva scherzato dicendo: “I’ve played a lot of TENNIS in my life, but never against TENNYS” (ho giocato molto a tennis nella mia vita, ma mai contro Tennys). E per poco, l’americano TENNYS non gli gli fa lo scherzetto, battendolo sul serio a TENNIS. TENNYS SANDGREN, che (non so se abbiate ancora capito) gioca a TENNIS, proviene (caso strano) dal TENNESSE.
Nasce il 22 luglio del 1991: viene iniziato al tennis sin da piccolo dalla madre allenatrice, di origine sudafricana, (come la madre di Federer) e dal padre americano. Il nome Tennys è di origine svedese: esso deriva dal suo bisnonno, che per l’appunto si chiamava Tennys (anche se non so se giocasse a tennis anche lui); i suoi genitori hanno voluto chiamare loro figlio, Tennys, non solo in onore del bisnonno, ma affinché l’omonimia fosse di buon auspicio per la carriera tennistica del figlio. Cresciuto, gioca per due anni presso l’università del Tennessee, salvo poi nel 2011 lanciarsi nel professionismo. Inizialmente, l’americano ottiene risultati a livello Challenger, senza però avvicinarsi ancora alla posizione n. 100. Solamente nel 2017, infatti, il tennista di Gallatin riesce a raggiungere la top 100.
Il primo risultato degno di nota lo ottiene nel 2018, proprio in Australia, dove non solo fa parlare di sé per via della sua politica filotrumpiana, ma soprattutto perché riesce inaspettatamente ad arrivare ai quarti di finale dell’Australian Open alla prima partecipazione in assoluto: durante il percorso infatti battè 3 set a 0 Wawrinka (allora n.8) e al quarto turno Dominic Thiem (n.4) in 5 set. La sua corsa fu interrotta dal coreano Chung, che poi in semifinale (casualmente) avrebbe incontrato Roger Federer. Allora si pensò che questo risultato potesse essere un exploit fortuito, inaspettato, irripetibile, tuttavia nel torneo degli Slam l’americano dà il meglio di sé: l’anno scorso centrò gli ottavi di finale a Wimbledon, dove tra l’altro sconfisse Fabio Fognini, salvo poi perdere da Sam Querrey e per ultimo i quarti di finale in questo torneo australiano.
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Prima di giungere al match epico (ma solo per Federer: non credo che Sandgren oggi possa definire “epico” il suo match) contro Federer, Tennys aveva travolto in 5 set Matteo Berrettini, ed in 4 Fabio Fognini, vittorie che non possono essere casuali per un dato statistico: Sandgren infatti, prima del match odierno, aveva un bilancio positivo di 5 partite vinte a fronte di 7 contro giocatori top 20. In carriera, era stato costretto 4 volte al quinto set, vincendo tutti i precedenti. E purtroppo per lui, la prima sconfitta al quinto set e la terza sconfitta in carriera contro un top 20, arriva da Federer: per carità, chiunque può perdere dallo svizzero, ma Tennys ha visto sfumare l’occasione della vita, non sfruttando 7 match points (di cui 3 consecutivi): il rimpianto è ancora più grande se si considera che dalla metà del secondo set, il pluriSlam aveva accusato un problema all’inguine, facendo fatica negli spostamenti verso destra. Dopo aver perso il quarto, lo svizzero è sembrato essere più sciolto e nel quinto, Sandgren ha ceduto di schianto per 6-3.
A fine match, lo stesso Federer ha dichiarato: “Today i was super-lucky, I didn’t deserve!” (oggi sono stato superfortunato, non meritavo). In conferenza, mogio, Sandgren ammette di aver potuto giocare meglio i set point, soprattutto quello del 6-5, dove Federer si era salvato prima con un passante di rovescio e poi con un diritto al volo. Il rimpianto di non aver raggiunto la prima semifinale Slam della carriera non svanirà così facilmente, le scorie si faranno sentire per l’occasione buttata: tuttavia, lo stesso americano ha preso la sconfitta come una fonte di ispirazione per il futuro, in quanto ha dimostrato di poter giocare a certi livelli. Per cui, continua a giocare a tennis, Tennys. La strada non è così impervia, dopotutto.
Di Donato Marrese