Alexander Zverev esce precocemente di scena agli ottavi di finale degli Australian Open, per mano del canadese Denis Shapovalov, che rifila al teutonico un sonoro 6-3, 7-6, 6-3. Ancora una volta, manca la possibilità di aggiungere alla sua bacheca un titolo Slam, la cui ricerca sta diventando sempre più un incubo. Sono ormai anni che il tedesco si è affermato nel panorama mondiale come stella del futuro che avrebbe dominato il tennis maschile; il primo vero bagliore del suo talento si intravide nel marzo del 2016, quando nel torneo di Indian Wells, giocò un match incredibile contro Nadal, mancando un match point sul suo servizio nel terzo set. Zverev ricevette i complimenti da parte del maiorchino, il quale affermò in conferenza: “se Zverev non diventa numero 1, io non capisco nulla di tennis”. Dichiarazione sicuramente piacevole per Zverev, soprattutto se fatta da un fenomeno come Nadal. Lo spagnolo però era stato lungimirante: poco più di un anno dopo Zverev, a soli 20 anni, era diventato numero 3 del mondo, vincendo nel 2017 i Masters 1000 di Roma e Montreal, rispettivamente contro (2 a caso eh) Djokovic e Federer. Questo apogeo del tedesco ha poi avuto il suo compimento l’anno dopo, con il trionfo al Master di Londra, sempre contro Novak Djokovic. Sicuramente, tutto bello, ma c’era una cosa che stonava con i risultati del tedesco, ovvero la sua difficoltà a superare le prime settimane negli Slam al meglio dei 3 set su 5. Questo suo problema negli Slam si è acuito nel 2019, forse l’anno peggiore del tedesco, il quale, pur centrando il primo quarto di finale al Roland Garros, lasciava 2 set nei primi turni. Questa mancanza di sicurezza si è riverberata anche sul suo livello di gioco e soprattutto al servizio: infatti, Zverev ha cominciato a commettere una caterva di doppi falli, le cui cause scatenanti erano o una seconda a 200 km/h, o una seconda timida a 130 km/h.
Nel frattempo, i suoi rapporti personali non lo aiutano: cambia più allenatori (da Ivan Lendl, a Juan Carlos Ferrero fino a David Ferrer), le accuse di molestia sessuale da parte di una sua ex fidanzata, la nascita del primo figlio.
Tuttavia, nel settembre 2020, il teutonico, finalmente, raggiunge la sua prima e, finora, unica finale Slam, perdendo da Dominic Thiem, dopo aver avuto un vantaggio di 2 set a 0. L’amarezza è sicuramente tanta, tuttavia Zverev afferma che sicuramente vincerà uno Slam.
Il 2021 rappresenta l’anno migliore della sua carriera: vince 2 Masters 1000 (Madrid e Cincinnati), raggiunge 2 semifinali Slam (perdendo al quinto set rispettivamente da Tsitsipas e Djokovic), ma soprattutto conquista 2 trofei prestigiosi: la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo e il Master di fine anno a Torino, contro Daniil Medvedev. Tutti segnali incoraggianti, che dimostrano come ormai alla soglia dei 25 anni il teutonico sia pronto per vincere finalmente il primo Slam.
E quale migliore occasione per farlo a Melbourne, partendo per la prima volta in carriera da favorito, vista l’assenza di Novak Djokovic? Invece, quasi per uno scherzo del destino, forse la pressione gioca un brutto scherzo al tedesco: gioca male i primi turni, come da lui dichiarato in conferenza, e perde male da Shapovalov, con una prestazione incolore, commettendo 11 doppi falli.
In press, Zverev ha fatto mea culpa, dichiarando di non meritare di diventare numero 1 del mondo, giocando così male. Come potergli dare torto.
In questi casi, mi viene da pensare che la pressione è riservata ai privilegiati, tuttavia essa in molti casi, finisce per logorare il suo destinatario. A questo punto sorge un paio di domande spontanee: il tedesco riuscirà mai a vincere uno Slam e a diventare numero 1 del mondo, imparando a gestire quella pressione? Se nella mia più “umile umiltà” mi è consentito dare una risposta, allora cerco di articolarla brevemente (seppur articolare e breve possano sembrare un ossimoro): considerando i quasi 35 anni di Novak Djokovic e i poco più di 3000 punti di distacco dalla prima posizione, ritengo che il tedesco possa riuscire a diventare numero 1 del mondo, insieme a Medvedev; la possibilità di essere il primo in classifica è strettamente correlata alla vittoria di uno Slam (quindi sì, può vincerlo). Ma dove?
Analizzate le caratteristiche del teutonico, cemento e terra sono le superfici predilette, sulle quali il tedesco può marchiare il suo primo sigillo Slam (quindi Roland Garros e Us Open); sull’erba invece, ha raggiunto solo 2 ottavi di finali a Wimbledon e sembrerebbe essere lo Slam nel quale fa più fatica.
Intanto, però, Zverev deve smaltire in fretta l’amara delusione ed evitare che questa sconfitta possa ripercuotersi nei tornei successivi. A voi, è tutto.
Di Donato Marrese