Gabriele Micottis
8 Gennaio 2016
Tomas Berdych, per anni utilizzato come unità di misura dell’inutilità, nell’ultimo biennio era asceso nella considerazione dei più ostinati detrattori, grazie ai gloriosi completi sfoggiati con incosciente disinvoltura. Negli ultimi due anni, infatti, la nota azienda di abbigliamento svedese H&M aveva contribuito, in maniera decisiva, alla creazione di un’inesauribile fonte di sollazzo. Berdych ha accettato il ruolo di inerme cavia, sottostando alla perfidia degli stilisti svedesi sbriciolando, partita dopo partita, ogni traccia di dignità residua. Dopo 24 mesi di impagabili sevizie stilistiche, però, anche l’azienda scandinava si è resa conto di non poter più ottenere nulla dal bamboccione ceco, dopo averlo ridicolizzato in tutti, ma proprio tutti, i modi possibili. Andiamo a ripercorrere le principali tappe di questo raggelante binomio.
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