Renato Borrelli

Addio al mito che amava il tennis

In un 2020 disgraziato per tanti motivi, l’ennesimo, improvviso lutto nel mondo dello sport. Lo piangono in Argentina, si disperano a Napoli come se avessero perso un parente stretto (ed ora gli dedicheranno lo stadio che vide le sue imprese più belle). Ma Maradona aveva un legame particolare con il tennis, come accade sovente per i protagonisti del pallone -e della racchetta, in senso inverso-: due discipline apparentemente agli antipodi, ma che viceversa si son sempre, misteriosamente, attratte. Lo commemoriamo anche noi, allora: ma pure perché la sua vita esagerata fissa l’immagine del percorso dell’essere umano su questa terra. di Renato BORRELLI
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Testa di…!!!!

Tranquilli, non intendiamo essere scurrili… Il fatto è che l’impresa di Jannik Sinner (primo urrah, immaginiamo di una lunga serie, a livello Atp in quel di Sofia) ci suggerisce come il suo mentore Riccardo Piatti, aldilà degli indubbi meriti che può vantare quanto alla crescita e allo sviluppo tennistico del ragazzo di Sesto Pusteria, sia proprio un uomo nato con la camicia: certo, gestisce come lui sa fare un allievo diligente, attento ad ascoltarlo e a sfruttare al massimo i suoi preziosi consigli per scalare la piramide… Ma che soprattutto possiede -l’allievo, intendiamo- di suo una dote innata, indispensabile per emergere, la quale finisce con l’ agevolare assai il lavoro del Maestro. Scopriamo cos’è, anche se si tratta del segreto di Pulcinella: e comunque, ci vogliono lo stesso un sacco di punti esclamativi… di Renato BORRELLI
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Nole terzo incomodo? Già, però…

Un’affermazione che non può essere considerata con favore da chi (pochi) riesce a ragionare in maniera fredda ed oggettiva, ma che rappresenta -tristemente- l’attuale situazione: bravi a fotografare la realtà due importanti giornalisti inglesi. Tuttavia quando, fra cent’anni, gli osservatori del tennis analizzeranno da una prospettiva meno coinvolta e coinvolgente il fenomeno (al netto di altri crack prossimi venturi), non potranno non parlare di 3 numeri uno. Allo stesso modo, Slam più o Slam meno… di Renato BORRELLI
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Lorenzo Sonego nr. 1

In una giornata nella quale Martina Trevisan e Jannik Sinner firmano in coppia la grande e piacevolissima sorpresa (sperando con tutto il cuore che entrambi abbiano ancora frecce al proprio arco, nel tiepido -a tratti…- autunno parigino), ci piace viceversa celebrare un’ impresa mancata: di un altro atleta di casa nostra, che perde in tre sets, e che apparentemente finisce in secondo piano rispetto alla magnifica coppia. Vero, è inoppugnabile: però… di Renato BORRELLI
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L’importanza (in negativo?) di chiamarsi Djokovic

Essere Nole è una colpa? Non dovrebbe, ma… c’è chi lo pensa, forse con -qualche- buon motivo. Ragioniamoci su. E c’è pure chi ritiene che d’ora in poi il serbo avrà di fronte una dura montagna da scalare, dopo il ‘fattaccio’ di New York: potrebbe condizionare il resto della carriera, che lo vedeva lanciato senza troppi ostacoli verso l’abbattimento di tutti i record? di Renato BORRELLI
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Uack, sob, gulp: signori, ecco a voi Nole

Ne ha combinate di tutti i colori negli ultimi tempi il povero Djokovic, ed anche la sfortuna gli si è accanita contro, a quell’ US open che sembrava poter vincere in carrozza. Ora deve ricominciare tutto da capo: se non nelle vittorie (quelle non gliele toglie nessuno, ed ancora troppe ne otterrà…), quanto meno nella edificazione della propria immagine. Ahi ahi, quanto sono lontani Roger e Rafa! di Renato BORRELLI
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La Grande Mela? In cima alla Tour Eiffel…

Ogni giorno che passa appare più difficile che si giochi in America: ed anche se fosse, lo scenario sarebbe da incubo, senza pubblico e con tante defezioni (anche eccellenti)… Allora, a mali estremi estremi rimedi: ecco una soluzione choc, meno inverosimile di quanto possa apparire a prima vista. Se i vertici del tennis posseggono coraggio ed inventiva, è ora di dimostrarlo. Qui, ed ora. di Renato BORRELLI
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La cicala, e le formiche

Il dibattito è aperto, rinfocolato dalle recenti polemiche in cui è incappato Djokovic con lo sciagurato Adria tour: chi è meglio di chi? Già, perché qui i rivali sono tre -gli altri rispondono ai nomi di Federer e Nadal, ca va sans dire-, e non si tratta pertanto di un duello stile western, uno di fronte all’altro… Racchetta in pugno? Non ci interessa, dato che qui non esiste, e non può esistere, competizione! Scoprite il perché, se vi va, valutando con noi altri piani di raffronto: del tutto inconsueti… di Renato BORRELLI
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Disastrokovic

La famigerata legge di Murphy colpisce ancora: se qualcosa può andar storto, di sicuro ci andrà… E con l’Adria cup, punto di ripartenza (presunto) del tennis, si è consumato il più eclatante dei tonfi: fragoroso, roboante, che coinvolge anzitutto colui il quale, piaccia o no, era al momento il punto di riferimento mondiale nello sport della racchetta. Di Renato BORRELLI
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“Tetesco di Cermania”? Macché…

Fra i compatrioti di frau Merkel che sono riusciti nel tempo a lasciare un segno tangibile nello sport della racchetta, singolarmente non ce n’ è uno che abbia le caratteristiche proprie del tedesco ’doc’. Una cosa strana, che però ponendoci un minimo d’attenzione salta subito all’occhio… Che vorrà dire? Boh, l’interpretazione è libera. Con preferenza per quella che, qualora nel tennis non riesci a mettere quel ‘quid’ in più rispetto alle rigide caratteristiche precipue del tuo popolo, di strada ne fai poca: anche se sei un ‘crucco’ (non vi offendete amici della Germania, si celia…) dalle carte perfettamente in regola, che mercè le proprie innate doti saresti viceversa in grado di avere successo su mille altri ambiti.
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