Davydenko: “Federer si ritirerà prima di Nadal e Djokovic. Spesso parlo con lui di quella partita agli Australian Open…”

Il russo Nikolay Davydenko, nato nel 1981 (coetaneo di Roger) e ritiratosi nel 2014, ha rilasciato una intervista ai microfoni di Eurosport Russia: "Chi mi piacerebbe allenare? Tutti direbbero i "Fab 3. Il più forte tra Rublev, Medvedev e Khachanov? Difficile saperlo con certezza".

Il russo Nikolay Davydenko può essere considerato uno degli anti-eroi del tennis per eccellenza. Tennista sopraffino, in grado di spingersi alla terza posizione mondiale nel 2006 e a raggiungere quattro semifinali Slam (due al Roland Garros e due agli Us Open), più quattro quarti in Australia, ha raggiunto il picco durante le Atp Finals 2009, nell’ormai storica finale contro Juan Martin Del Potro, vinta 6-3 6-4. L’unica colpa di Nikolay è stata quella di raggiungere il suo apice durante la fase più intensa della rivalità fra Roger Federer e Rafael Nadal, mentre il “terzo incomodo”, Novak Djokovic, stava preparando la sua incredibile ascesa. Al suo top, Davydenko era in grado di giocare un tennis eccezionale, ma non aveva il carisma di altri grandi, come il connazionale Marat Safin, che aveva l’estro e la bellezza da “eroe maledetto”, che catalizzava su di sé le simpatie dei fan e degli sponsor. Oggi, Davydenko, padre di tre figli e felicemente sposato con Irina dal 2006, può essere considerato fra i tennisti più forti a non aver mai vinto uno Slam, ricordato con affetto da fan e tifosi nostalgici degli anni 2000.

Di recente, Davydenko ha parlato proprio dei “Fab 3”, ai microfoni di Eurosport Russia, dichiarando una cosa, allo stato dei fatti, quasi lapalissiana (vista la differenza d’età tra Roger – 38 anni – e Rafa e Nole – rispettivamente 33 e 32 anni). Per il tennista di Sjevjerodonec’k, ora nel team del giovane connazionale Karen Khachanov, sarà infatti Roger Federer il primo dei tre a ritirarsi: “Avrà 39 anni l’anno prossimo e credo che voglia disputare per l’ultima volta i Giochi Olimpici. Non so se vuole raggiungere i 40 anni e battere altri record: molto dipenderà dai suoi risultati. Se sarà in grado di raggiungere i quarti, la semifinale o la finale nei tornei più importanti rimarrà facilmente in Top 10, il che è fondamentale”. Il russo ha poi confessato di aver parlato di recente con Roger, durante il torneo di Shanghai, e la risposta del suo fisico dopo i tornei: “Mi ha detto che ora il suo corpo impiega tre o quattro giorni per riprendersi dalla fatica. Penso che se rimarrà concentrato, sarà ancora in grado di essere al top per un po’ di tempo”. Davydenko ha poi ammesso che Federer parla spesso con lui della sua sconfitta contro il russo nella semifinale di Doha del 2010 e dell’incontro di quarti di finale agli Australian Open vinti dallo svizzero dopo un primo set perso 6-2 e il secondo in cui era sotto 3-0, prima di vincere 13 game di fila e i successivi set. “Gli ho chiesto come mai fosse andato in bagno dopo il primo set – ha ricordato scherzando – e mi ha risposto che non lo fece, e che era uscito dal campo perché il sole gli dava fastidio e aspettava che calasse. Così gli ho risposto che ero il più forte!”.

Da tempo Davydenko si è reinventato come allenatore, dopo il definitivo ritiro da tennista avvenuto nel 2014. Attuale membro del team di Khachanov, interrogato dai giornalisti di Eurosport, ha ammesso chi vorrebbe allenare: “Tutti direbbero Federer, Nadal o Djokovic…”. Parlando dei russi, tra Daniil Medvedev, Andrey Rublev e Khachanov, Davydenko afferma di non sapere qual è il migliore: “Hanno stili molto diversi. Medvedev è molto costante, si muovo bene e commette pochi errori, ha vinto due Masters 1000, ha raggiunto la finale degli US Open ed è progredito molto a livello psicologico. Rublev è difficile da arginare quando si esprime al suo meglio. Khachanov ha molti margini di miglioramento. Ha 23 anni, non 30, quindi ha ancora diversi anni per migliorare”.

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