Max Purcell sospeso 18 mesi per doping: “Felice di poter finalmente voltare pagina”

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Il mondo del tennis torna a confrontarsi con il tema doping, questa volta con il caso di Max Purcell, campione australiano di doppio, che ha accettato una sospensione di 18 mesi per violazione delle regole antidoping.

Le infusioni vietate e l’ammissione di colpa

Purcell, ex numero 8 del mondo in doppio e attuale numero 12, ha ammesso di aver superato il limite consentito di infusioni endovenose di vitamine tra il 16 e il 20 dicembre 2023. In particolare, ha ricevuto per due volte infusioni superiori ai 500 ml in un arco di 12 ore, a fronte del limite massimo di 100 ml imposto dalle regole antidoping.

L’australiano ha raccontato di aver informato la clinica del suo status di atleta professionista, sottolineando la necessità di rispettare i limiti, ma l’errore si è comunque verificato. Come chiarito dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA), “questo caso non riguarda la presenza di sostanze proibite nel corpo dell’atleta, ma dimostra quanto le regole antidoping siano ampie e quanto sia importante monitorare tutte le pratiche mediche”, ha spiegato la CEO Karen Moorhouse.

La collaborazione che ha alleggerito la pena

Fin dalle prime fasi dell’indagine, Purcell ha collaborato attivamente con le autorità, fornendo tutte le informazioni richieste. Questa cooperazione ha avuto un impatto significativo sul verdetto finale, consentendo una riduzione del 25% della sanzione.

La sospensione, che tiene conto della sospensione provvisoria iniziata a metà dicembre, terminerà l’11 giugno 2026. Nel frattempo, Purcell perderà tutti i risultati e i premi conquistati tra il 16 dicembre 2023 e il 3 febbraio 2024. Non potrà inoltre partecipare, allenare o presenziare a eventi di tennis organizzati dai membri dell’ITIA.

Le conseguenze personali

La vicenda ha lasciato profonde cicatrici non solo sulla carriera, ma anche sulla vita personale dell’atleta. In un lungo sfogo sui social, Purcell ha rivelato: “Questo caso ha condizionato gravemente la mia qualità della vita: ho perso il sonno, l’appetito e ho sviluppato tic nervosi e ansiosi che ancora oggi combatto”. Ha poi aggiunto: “Non riuscivo a godermi nulla senza pensare continuamente alle possibili conseguenze. Sono stato completamente collaborativo con l’ITIA. Ora sono solo felice che tutto questo sia finalmente finito e di poter andare avanti con la mia vita”.

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