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Scintille Stephens-Pavlyuchenkova, provvedimento in arrivo per l’americana?

Il primo turno del torneo di Pechino che ha visto Sloane Stephens ed Anastasia Pavlyuchenkova darsi battaglia per tre set, non è stato certo un match banale, anzi si è rivelato protagonista di due situazioni particolarmente scomode e che sarebbe meglio non vedere sul campo da tennis. La prima, come d’altronde la seconda, porta la firma della tennista statunitense, che, avanti 3-0 nel terzo set, si lascia andare ad un “That fuc*ing b*tch tried to hit me”, che si traduce letteralmente in italiano con “La put*ana ha provato a colpirmi”. In effetti, lo smash della russa è piuttosto al corpo, ma è altrettanto vero che queste parole sono frutto di tanta tensione e tanto stress in una situazione del match assai delicata. Per quanto questo episodio, indiscutibilmente grave, non abbia scatenato reazione della russa, che con ogni probabilità non si è accorta o comunque non ha potuto ascoltare le parole della statunitense, ce n’era già stato un altro pochi minuti prima.

In questo caso, è appena terminato il set, 6-4 in favore della Stephens, che ancora una volta attacca la sua avversaria. Durante il cambio campo infatti, Sloane punta il dito contro la russa e la accusa di aver chiamato un fisio ridicolo sul 5-2, proprio quando lei stava servendo per il set, sostenendo che non fosse infortunata davvero e che lo abbia fatto solamente per secondi fini. Ovviamente la Pavlyuchenkova non sta lì a guardare ma risponde a tono, tanto che l’arbitro dell’incontro, la cinese Zhang, è costretta a scendere dalla sedia per fare da moderatore della situazione.

Un incontro molto combattuto in campo ma anche fuori. Se però da una parte si può tollerare lo sfogo di Stephens al termine del secondo set, diverso il discorso per le parole grosse pronunciate dopo. Inevitabilmente questa scena richiama alla finale degli Us Open, dove la protagonista, in negativo, fu Serena Williams, che non se la prese con la sua avversaria bensì con l’arbitro. Per lei, arrivarono 17.000 dollari di multa; cosa succederà invece a Stephens?

In conclusione, una domanda che purtroppo riecheggia nella testa è: se i due fatti fossero accaduti a parti invertite, e cioè con Serena Williams e la Stephens vittime, si sarebbe parlato di razzismo, ingigantendo il caso, oppure non sarebbe cambiato nulla?

Antonio Sepe

Sono nato tre giorni dopo Jannik Sinner. Il talento, però, l'aveva già preso tutto lui. Guardo il primo turno di un Atp 250 con lo stesso entusiasmo di una finale di Wimbledon.

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