Si dice che i soldi non siano tutto: eppure muovono il mondo ed il tennis, nonostante le nobili origini ed il forte attaccamento alle sue origini e tradizioni, non sembra essere esente da questa cruda realtà. L’ATP, l’associazione dei tennisti professionisti che, insieme all’ITF, la Federazione Internazionale Tennis (ente gestore dei tornei degli Slam, dei tornei futures e della Coppa Davis), muove i fili del meraviglioso mondo del tennis sembra essere intenzionata a dare uno scossone definitivo alle regole che da più di cento anni governano il tennis. Per rendere, diciamo così, “il prodotto più appetibile” per gli sponsor che sono sempre più legati all’audience televisivi. L’ATP ha pensato, in due parole, di offrire “più emozioni in minor tempo”. Eliminando le pause e cercando di rendere tutti i punti determinanti (come se già non fosse così). Ieri in concomitanza con gli Internazionali BNL d’Italia, sono state presentate a Roma quelle che potrebbe essere sette nuove future regole del tennis. Le ha illustrate Chris Kermode, Ceo dell’Atp , alla presenza di Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e del Segretario Generale del Coni Roberto Fabbricini.
LE SETTE REGOLE – Le nuove norme dovrebbero essere testate a novembre in occasione delle ATP Next Gen Finals che si disputeranno a Milano dal 7 all’11. Diciamo dovrebbero perché occorre il (certo) benestare del presidente Binaghi. Come dichiarato dal CEO dell’ATP Chris Kermode ” il nuovo pacchetto di regole sarà una delle cose più interessanti proposta dall’ATP negli ultimi anni”.
La prima di esse prevede l’introduzione di set a 4 games con previsione di tie-break sul punteggio di 3 giochi pari. Ma, per mantenere inalterato il numero minimo di giochi che bisogna vincere per aggiudicarsi il match (attualmente sono dodici ovvero due set da sei games) si giocherà non più al meglio dei tre quanto dei cinque set ( quattro games per tre set fa sempre dodici).
La seconda regola prevede l’introduzione del no-ad. Durante i games saranno aboliti i vantaggi e si andrà al deciding point. Sarà il ricevitore a decidere dove si giocherà il punto decisivo. “Stiamo cercando di fare si che il gioco diventi sempre più avvincente. Ogni punto sarà determinante e ci saranno meno momenti morti durante il match”, continua Kermode.
Un altra novità riguarderà invece il riscaldamento, che più sarà più corto. Le partite inizieranno infatti precisamente cinque minuti dopo che il secondo giocatore avrà fato il suo ingresso in campo. Ciò sarà reso possibile da un orologio apposito, lo shot clock. Lo stesso che permetterà di fare si che le pause tra un punto e l’altro non superino mai in 25 secondi, così come le pause tra un set e l’altro non superino i tempi stabiliti.
Sarà possibile usufruire un solo medical timeout. Sparirà il let. Ovvero il colpo nullo in battuta che si verifica quando la palla tocca il nastro prima di cadere nel giusto campo. “Questo si sperà renderà ancora più imprevedibile il gioco”, ha dichirato Kermode. Un’altra novità riguarderà il coaching. Anche per gli uomini sarà possibile come già accade per le donne usufruire del coaching, ossia comunicare con il proprio allenatore. I giocatori ed i loro coach potranno comunicare durante prestabiliti momenti del match. Saranno anche aboliti i corridoi del doppio.
“Certo non sarà domani che in tutti i tornei verranno inserite queste nuove regole. Non vogliamo stravolgere il tennis”, dice Kermode. “Sicuramente alcune regole saranno adottate prestissimo altre forse dopo, altre mai. Quello che stiamo cercando di fare e capire come possono venire recepite dagli appassionati e dagli addetti ai lavori. Probabilmente con Federer, Nadal e Djokovic abbiamo vissuto una delle più grandi epoche del tennis. E’ giusto pensare al cambiamento. Chi può attuarlo meglio dei giovani?”. Un altra novità riguarderà infine la possibilità per il pubblico di muoversi liberamente nell’impianto anche durante lo svolgimento del gioco. Il free-movement policy non sarà tuttavia consentito a chi siede a ridosso delle due linee di fondocampo. “Da ex giocatore, il coaching non mi convince” dice Kermode. “Il tennis non è uno sport fisico ma mentale e in quanto tale preferisco vedere il giocatore che sa affrontare da solo le eventuali difficoltà in campo e trovare, sempre da solo, la soluzione per vincere”. Del resto anche la durata dei set, il let, i secondi che passano, i vantaggi infiniti, il rispettoso silenzio del pubblico fanno parte dell’affascinante battaglia mentale che si gioca sul campo da tennis, aggiungiamo noi. Soli contro tutti. Il tennis è uno sport innovatore. E’ stato tra i primi ad avere adottato hawk-eye ed è anche considerato tra i più benefici per la salute. Speriamo non si lasci innovare da chi pretende di fare tutto presto e subito in nome della spettacolarità.