La carriera di Paolo Lorenzi non sembra avere fine. Primi ottavi di finale agli Us Open, primi ottavi di finale Slam (non si era mai spinto oltre al terzo turno), a 35 anni. E pensare che fino al 2014 Paolo non si era mai spinto oltre il primo round, in un Major. La gioia del senese è forse attutita solo dal fatto di aver battuto un connazionale, il più giovane Thomas Fabbiano, con il punteggio di 6-2 6-4 6-4. Un risultato che sorprende, quello di Paolino, quello di ottenere il più grande risultato agli Us Open, visto che fino a pochi anni fa è sempre stato considerato un ‘terraiolo’ puro. Ora Paolo è l’ultimo azzurro superstite a New York, destinato a continuare nella seconda settimana, e virtualmente n. 37 del mondo. Ha ricevuto i complimenti di tutti, in primis da coach Claudio Galoppini e da capitan Corrado Barazzutti, presente in tribuna.
Lorenzi scherza con i giornalisti e parla della moglie Elisa, con cui si è sposato a dicembre, che pur essendo un avvocato a Siena ha scelto di accompagnarlo a New York: “Si merita un bel regalo? Le avevo già promesso che poteva scegliere quel che desiderava prima del torneo…”, puntualizza Paolino. Poi l’italiano ha analizzato il match, parlando delle inevitabili difficoltà a giocare in un derby: “Con Thomas siamo amici. È da Montreal che viaggiamo e ci alleniamo insieme. Lo abbiamo fatto anche a Winston Salem la settimana scorsa prima di arrivare qui a New York. E spesso anche la sera abbiamo cenato insieme. Lui onestamente ha cominciato male, era contratto. Poi la sfida è salita di livello: eravamo al terzo turno di uno Slam e poco conta che io sono 40 e lui 80 nel ranking. Ne ho parlato con il mio coach Claudio Galoppini dopo la partita e anche lui è d’accordo che nonostante abbia vinto tre set a zero è stato un incontro duro. Io sono stato sempre concentrato e ho fatto bene quel che dovevo. Ad esempio nel game conclusivo ho messo a segno quattro prime”.
Ora però Lorenzi deve pensare al prossimo match per un posto nei quarti di finale contro il forte sudafricano Kevin Anderson, che ha battuto il temibile Borna Coric, a sua volta esecutore di Alex Zverev. Anderson, n. 32 del mondo, è avanti 3 vittorie su 3 negli scontri diretti. Ma Lorenzi è positivo e pronto a dare tutto: “Se firmerei per restare dove sono? Adesso dico no. E non ho intenzione di smettere presto. Ad inizio torneo ero un po’ contrariato perché per un soffio non ero entrato tra le teste di serie. Mi bruciava perché puoi avere un sorteggio migliore. Qui ho battuto nell’ordine Sousa e Muller, e soprattutto il secondo su questi campi è un avversario molto difficile. Poi ho vinto il derby con Thomas. Essere tra i primi 16 di un torneo dello Slam è una grande soddisfazione”.
Fonte: Federtennis