Barletta, tra pioggia e ambizioni: Cecchinato e Pellegrino pronti al riscatto

La prima giornata del Challenger ATP di Barletta, torneo dal montepremi di 100mila euro, ha subito un brusco rallentamento a causa della pioggia. I campi in terra rossa del circolo “Hugo Simmen” sono rimasti impraticabili per tutta la giornata di ieri, permettendo lo svolgimento solo nel pomeriggio delle qualificazioni. Il tabellone principale prenderà quindi il via oggi, con un programma carico di attese e alcuni protagonisti molto attesi.

L’esordio delle teste di serie

A guidare il main draw c’è il francese Valentin Royer, testa di serie numero uno, che affronterà il giordano Abdullah Shelbayh. Ma gli occhi degli appassionati italiani saranno puntati soprattutto sull’ultimo incontro della giornata sul campo centrale, dove il pugliese Andrea Pellegrino, originario di Bisceglie, cercherà l’impresa contro il croato Duje Ajdukovic, quarta testa di serie del torneo.

Pellegrino arriva all’appuntamento con buone sensazioni dopo l’ottima prova al Challenger di Napoli, dove è riuscito a spingersi fino alle semifinali. Il match contro Ajdukovic si preannuncia impegnativo, ma il sostegno del pubblico di casa potrebbe essere un fattore decisivo per il 28enne azzurro.

Cecchinato, il ritorno a Barletta e il sogno di risalire

Un altro grande protagonista sarà Marco Cecchinato, che sfiderà il croato Matej Dodig. L’ex numero 16 del mondo ha un legame speciale con il torneo pugliese, che in passato ha segnato un momento chiave della sua carriera: «L’ultima volta che ho giocato qui mi ha portato fortuna, perché subito dopo ho avuto l’exploit con il secondo turno a Montecarlo, la vittoria a Budapest e la semifinale del Roland Garros», ha ricordato il tennista palermitano.

Dopo un periodo difficile segnato da un lungo infortunio al gomito, che lo ha costretto a uno stop di quasi cinque mesi, Cecchinato sta cercando di ritrovare il suo miglior tennis. Nei primi mesi del 2024 ha tentato di rientrare in ritmo disputando tornei in Sud America e persino in Ruanda, dove ha raggiunto una semifinale. Ma il percorso è ancora lungo: «A 33 anni il fisico fatica di più a tornare al top, ma ho tutto l’anno davanti per recuperare una buona classifica».

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