Si sa, il tennis è lo sport più strano e imprevedibile che esista. Per rendersene conto, basta seguire il Tour con una certa abitudine perché ogni tanto succedono degli episodi davvero assurdi e inconcepibili. Per esempio accade ormai sempre più spesso di vedere alcuni giocatori che, dopo aver faticato tantissimo durante la settimana, trovandosi anche a un punto dalla sconfitta, la Domenica sfoderano la prestazione perfetta e si aggiudicano il torneo sebbene tu, visto quanto avevano penato in precedenza, non avresti scommesso neanche un euro sulla loro vittoria finale. Addirittura talvolta capita di assistere a cavalcate improbabili dei cosiddetti Lucky Loser, ovvero di coloro che, pur venendo eliminati nelle qualificazioni, riescono a entrare ugualmente in tabellone grazie al ritiro di un collega e, cogliendo il ripescaggio come un segno favorevole del destino, innalzano il loro livello di gioco, battendo avversari più quotati e arrivando l’ultimo giorno a sollevare, contro ogni pronostico, il trofeo. Altre volte invece succede che un tennista trionfa in un evento a cui non avrebbe dovuto prendere parte, non essendo nei suoi programmi. E’ questo il caso di Matteo Berrettini che questa settimana era iscritto alle quali dell’ATP 250 di Marsiglia però, iniziando queste lo stesso giorno (sabato scorso) della sua semifinale (poi persa contro Marterer) nel Challenger di Cherbourg, non vi ha potuto partecipare. Per non rimanere fermo, l’allievo di Vincenzo Santopadre, sfruttando la regola dello Special Exempt, ha ripiegato sul Challenger di Bergamo dove, da testa di serie numero 1, ha conquistato l’intera posta in palio. La situazione appena descritta potrebbe far pensare a una vittoria scontata, alla classica “passeggiata di salute” nel circuito di Serie B del giocatore di categoria superiore, ma la realtà dei fatti è ben diversa: Matteo infatti per centrare il suo secondo Challenger in carriera ha dovuto sudare sette camicie, a partire dal match di secondo turno con il francese Lestienne, nel quale è riuscito a imporsi solo per 7 a 5 al terzo. Pure i quarti con Caruso (successo in due set tiratissimi, con “Sabbo” che nel primo ha mancato una miriade di occasioni) e la semifinale con Zopp (affermazione in tre parziali, dopo aver fallito nel secondo tre match point consecutivi al servizio) non sono stati di certo agevoli, tanto che per raggiungere la finale, è stato costretto a tirar fuori la grinta e la tigna dei giorni migliori. Qui, nell’ultimo atto, ha regolato alla distanza il connazionale Stefano Napolitano, di un anno più vecchio. E’ stato sicuramente un match coinvolgente e piacevole, sia per l’equilibrio sottilissimo che ha caratterizzato la battaglia sia per la splendida cornice di pubblico del PalaNorda (oltre 2000 persone presenti, non si vedono spesso questi numeri a livello Challenger), anche se dal punto di vista tecnico si sono viste finali con maggiore qualità in campo (troppi gratuiti dovuti probabilmente alla tensione e al fatto che i due contendenti si conoscevano benissimo). Il primo set, durato una ventina di minuti, è stato un monologo di “Berretto”, tuttavia il biellese nel secondo parziale ha cambiato registro e, dopo aver tenuto botta nei game iniziali, ha effettuato il break nel quinto gioco, conservandolo fino alla fine e portando così la sfida al terzo. Nella partita decisiva Berrettini si è trovato subito sotto 15-40, riuscendo a salvarsi solo grazie alla battuta. Le due palle break annullate con grande maestria dal romano sul 2 a 2 hanno rappresentato il turning moment dell’incontro, perché da lì in avanti Matteo ha infilato un parziale di 4 game a 0 che ha spostato gli equilibri della contesa in suo favore. In tutto il set il laziale ha cancellato ben 7 palle break (oltre alle 4 sopracitate, vanno conteggiate le 3 del controbreak avute da “Napo” nel settimo gioco), dimostrando una freddezza e una lucidità nelle scelte degne di un Campione con la C maiuscola.
Entrambi domani guarderanno con interesse le nuove classifiche ATP: Berrettini con questi 90 punti sarà numero 104 del mondo, a una trentina di punti dall’agognato traguardo dei top 100; Napolitano rientrerà tra i primi 200, issandosi alla 175esima posizione. I due NextGen azzurri nel prossimo mese sono attesi da trasferte molto impegnative: il nativo di Roma volerà negli States, dove si cimenterà nelle qualificazioni dei Master 1000 di Indian Wells e Miami, oltre che nel Challenger di Irving (che di Challenger ha davvero poco, a giudicare dall’entry list), mentre il 22enne piemontese tenterà fortuna in Cina, in tre tornei del circuito minore. L’augurio è che entrambi possano dare continuità a questo periodo positivo, vincendo partite e salendo ulteriormente nel ranking. Se i progressi mostrati qui a Bergamo (Matteo è migliorato negli spostamenti e nell’esecuzione del rovescio in back, Stefano è più incisivo con il dritto) non sono frutto del caso, sarà difficile per chiunque arrestare la loro corsa.
TROFEO PERREL-FAIP (64.000€, Greenset)
Finale Singolare
Matteo Berrettini (ITA) b. Stefano Napolitano (ITA) 6-2 3-6 6-2
TROFEO PERREL – FAIP BERGAMO / L’ALBO D’ORO
2006 – Alex Bogdanovic (GBR)
2007 – Fabrice Santoro (FRA)
2008 – Andreas Seppi (ITA)
2009 – Lukas Rosol (CZE)
2010 – Karol Beck (SVK)
2011 – Andreas Seppi (ITA)
2012 – Bjorn Phau (GER)
2013 – Michal Przysiezny (POL)
2014 – Simone Bolelli (ITA)
2015 – Benoit Paire (FRA)
2016 – Pierre Hugues Herbert (FRA)
2017 – Jerzy Janowicz (POL)
2018 – Matteo Berrettini (ITA)
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Due ottimi talenti, possono fare strada.