Spesso, in una finale, sono l’esperienza e la maggior attitudine a disputare incontri di questo tipo a far pendere l’ago della bilancia in favore di uno dei due contendenti. Questa regola non scritta del “Manuale del Tennis” spiega alla perfezione l’andamento della finale del Challenger di Milano, che si è svolta questo pomeriggio nella splendida cornice dell’Aspria Harbour Club. Il serbo Laslo Djere infatti, forte delle 10 finali già giocate a questi livelli, si è sbarazzato in meno di un’ora di un Gianluca Mager visibilmente emozionato e teso per essere approdato per la prima volta all’atto conclusivo di un evento del circuito minore. Se poi consideriamo che il nostro portacolori era all’ottava partita della sua settimana, essendo entrato nel main draw solo dopo aver superato le qualificazioni, (pertanto è assai probabile che abbia accusato un po’ di stanchezza), è ancora più facile comprendere il netto successo del 23enne di Senta. Comunque non bisogna commettere l’errore di sottovalutare l’ottima prestazione del connazionale di “Nole” Djokovic, che quest’oggi è stato impeccabile sia al servizio (zero palle break concesse) che in risposta, esprimendo un tennis di gran lunga superiore a quello mostrato durante l’arco della settimana. Già due anni fa Djere era andato molto vicino alla conquista della kermesse meneghina, ma si era arreso sul più bello al nostro Marco Cecchinato, cedendo con un doppio 62. Con un punteggio praticamente identico (62 61), stavolta però in suo favore, si è preso una piccola rivincita personale, aggiudicandosi la 13esima edizione dell’Aspria Tennis Cup. Si tratta per lui solamente della seconda affermazione a livello Challenger (trionfò pure nel 2017 a Perugia), in ben un 11 finali. Non propriamente un vincente nato, anche se a quanto pare l’Italia gli porta bene…
Sebbene fosse il primo favorito del seeding, la sua vittoria, visto il buon campo di partecipazione, era tutt’altro che scontata, tuttavia Laslo ha dimostrato maggior continuità rispetto ai suoi rivali, dando prova di grande autorevolezza. Grazie a questi 80 punti, guadagnerà una decina di posizioni, assestandosi in 90esima posizione. Domani mattina si recherà a Wimbledon per affrontare nel pomeriggio Paolo Lorenzi, un altro giocatore che come lui si trova poco a suo agio sui verdi prati londinesi. Sarà complicato passare in meno di 24 ore dalla terra rossa dell’Aspria Harbour Club all’erba di Church Road, ma il ragazzo è abituato a questi cambi repentini di superficie. Scenderà in campo a cuor leggero e con il morale alto, “Paolino” quindi dovrà stare in guardia dal primo all’ultimo quindici. Per entrambi è stato un buon sorteggio, vedremo chi saprà sfruttare l’occasione, andandosi a prendere 45 preziosismi punti, oltre ovviamente a un assegno da 63000£.