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Challenger San Benedetto, Raul Brancaccio vince partendo dalle qualificazioni: doppio 6-1 a un Vavassori sfinito

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La San Benedetto Tennis Cup, torneo ATP Challenger 80 di nuovo in scena al CT Maggioni dopo la pausa di due anni forzata dalla pandemia, si è concluso domenica 31 luglio con una finale tutta italiana. Raúl Brancaccio, giocatore campano classe ’97, si è aggiudicato il titolo battendo col netto punteggio di 6-1 6-1 il 27enne torinese Andrea Vavassori. Per entrambi, si trattava della prima finale in un torneo del circuito cadetto. 

Eppure la partita era iniziata con presupposti completamente diversi: il primo game, nel quale Vavassori ha tenuto il servizio, è durato ben 14 minuti. Dopodiché “Wave” – così si fa chiamare dagli amici il giocatore piemontese – si è spento e non è più riuscito a rientrare nel match. Neanche l’ingresso del fisioterapista ha potuto rivitalizzare il classe ’95, visibilmente provato dall’intensa semifinale di sabato, in cui l’elegante tennista azzurro è riuscito a battere il campione uscente del torneo, l’argentino Renzo Olivo.

Ad alzare il suo primo trofeo Challenger è quindi Brancaccio, prodotto della Ferrer Tennis Academy come sua sorella minore Nuria. I due ragazzi hanno mamma spagnola e hanno casa a Jàvea, città d’origine proprio dell’ex numero 3 del mondo David Ferrer. Il coach di Raúl, da circa un mese a questa parte, è Javier Ferrer, il fratello del campione alicantino: l’allenatore iberico ha potuto raggiungere il suo pupillo a San Benedetto soltanto in occasione della finale, e di certo non se ne sarà pentito.

«Penso che la mia crescita sia merito di Javi, il mio nuovo allenatore: mi conosce fin da piccolo, e il feeling che ho con lui è una cosa speciale» – ci ha spiegato Brancaccio nel post partita – «Non mi voglio fermare qui, voglio spinger sempre più in alto per chiudere l’anno sempre più su. L’obiettivo principale era quello di raggiungere i top 200, e ci sono molto vicino. Dopo aver raggiunto le qualificazioni degli US Open, vorrei qualificarmi di diritto anche per gli Australian Open». 

Il gioco di Raúl Brancaccio non è di quelli che lasciano subito a bocca aperta, ma il suo QI tennistico è elevatissimo e in questa settimana marchigiana lo ha dimostrato. C’è da chiedersi, piuttosto, se per completare il suo percorso di crescita – e magari debuttare nel circuito maggiore – potrà fare a meno di potenziare il suo fisico, almeno in apparenza fin troppo leggero. In ogni caso, un grande risultato come quello ottenuto in Riviera delle Palme gli darà le giuste motivazioni per crescere ulteriormente e puntare a palcoscenici ancora più prestigiosi.

Davide Pignotti

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