Si è appena conclusa la stagione del circuito Challenger ed è tempo di bilanci. Tra giovani sorprese e anche qualche delusione è stato un anno come sempre piuttosto intenso nella categoria di tornei più imprevedibile dove si possono trovare piccoli talenti, esperti veterani ma anche giocatori che abitualmente giocano nel circuito ATP. L’Italia sorride a metà, molti tornei vinti ma i giovani ancora latitano.
PIÙ VITTORIE – Il giocatore che ha raccolto il maggior numero di vittorie nell’anno (50) è stato il brasiliano Rogerio Dutra Silva (98 ATP) ma si è aggiudicato un solo torneo a Bordeaux. Neanche a dirlo, però, il giocatore con la più alta percentuale di affermazioni (contando un minimo di 30 presenze) è il cinese di Taipei Yen-Hsun Lu (64 ATP, 34 vinte-5 perse), che rimane ancora solitario capolista nella classifica che conta i trionfi Challenger nella carriera, quest’anno ne ha aggiunti 4: Surbiton, Ilkley, Ningbo e Suzhou, 26 in totale.
PIÙ TITOLI – A proposito di titoli conquistati, il primato del 2016 spetta all’argentino Facundo Bagnis (56 ATP) con ben 6, raggiunti tutti sulla terra sudamericana: Buenos Aires, Rio de Janeiro, Santiago, Medellin, Campinas e Bogotà. E’ il terzo tennista della storia a raggiungere quest’alto numero, prima di lui c’erano riusciti solamente Younes El Aynaoui e Juan Ignacio Chela. In questa graduatoria seguono con 4 trofei: Lu, Gerald Melzer e Jordan Thompson.
GIOVANI E MENO GIOVANI – Dicevamo prima che i nuovi talenti trovano terreno fertile in questo circuito, come dimostrato dai ben 17 tornei vinti dalla “Next Generation” (categoria istituita dall’ATP che comprende tutti i tennisti under 21 che hanno raggiunto almeno la top 200) con anche delle doppiette di Frances Tiafoe (Granby, Stockton) , Ernesto Escobedo (Lexington, Monterrey), Hyeon Chung (Kaohsiung e Kobe), Yoshihito Nishioka (Winnetka, Astana) e Kyle Edmund (Dallas, Roma). Il più giovane tra loro è stato Taylor Fritz che si è spinto alla vittoria a Happy Valley quando aveva 18 anni e 2 mesi. Ed è proprio di qualche giorno fa la notizia che la stellina americana (76 ATP) ha rinunciato di giocare a Brisbane per difendere il torneo sopracitato. Il più anziano, invece, è stato il francese Stephane Robert (36 anni,54 ATP) a New Delhi. Da segnalare anche il record superato dallo spagnolo Ruben Ramirez Hidalgo (148 ATP) che ha superato lo scoglio delle 400 partite portate a casa positivamente in carriera ed è il più avanti in età ad aver raggiunto una finale (39 anni).
ARGENTINA RULES – Sempre molto interessante leggere la classifica per nazioni dei titoli conquistati. Primato all’Argentina (20 affermazioni e 9 finali), seguono Italia (11/6), Francia (11/10), Australia (10/4), Germania (10/5) e Russia (10/8). Entriamo nel dettaglio della nostra situazione. Certamente 11 trofei sono molti e comunque è un buon dato. Ma a parte il successo di Stefano Napolitano (172 ATP) ad Ortisei, la doppietta di Federico Gaio (175 ATP, San Benedetto del Tronto-Biella) e Marco Cecchinato (187 ATP, Milano) gli altri successi sono arrivati da tennisti che hanno superato i 25 anni: Thomas Fabbiano (124 ATP, Zhuhai), Alessandro Giannessi (128 ATP, Stettino), Paolo Lorenzi (40 ATP, Canberra e Caltanissetta) e la tripletta di Luca Vanni (157 ATP, Segovia, Andria, Brescia).
SORPRESE – Adesso parliamo delle grandi sorprese, ovvero i giocatori che al momento dell’affermazione finale erano fuori dai primi 400 al mondo. Il primo della lista è il diciottenne australiano Max Purcell (vincitore a Gimcheon da 762 ATP), segue il suo connazionale Blake Mott (a Launceston da 721 ATP), il danese Mikael Torpegaard (a Columbus da 642 ATP), il 17enne norvegese Casper Ruud (a Siviglia da 450 ATP) e infine il ritorno dell’ex top 10 serbo Janko Tipsaveric (a Qingdao da 413 ATP).
PRONOSTICI PER IL 2017 – Dire quali potrebbero essere le sorprese della prossima stagione è sempre molto difficile. Noi ci concentriamo sugli italiani. Molto attesi Stefano Napolitano che ha chiuso col botto un’ottima stagione nel complesso e Federico Gaio che ha vinto due buoni tornei ma è stato troppo discontinuo. Da tenere d’occhio anche Marco Cecchinato che nei Chellenger terraioli è sempre una garanzia, ma bisognerà vedere anche come si metterà la situazione tennis-scommesse per lui. Attendiamo una rinascita da parte di Matteo Donati che nell’anno appena trascorso ha raggiunto solo una finale a Caltanissetta (tra l’altro sprecando match point contro Lorenzi) ma per il resto anche per via di numerosi problemi fisici è stato un oggetto misterioso. Ma non dimentichiamoci di Salvatore Caruso sempre capace di buone partite, Gianluigi Quinzi, autore di un buon finale di stagione nel circuito ITF, Lorenzo Sonego che ha sfoderato delle ottime prestazioni nei tornei nostrani soprattutto.