di Andrea Ignazzi
Imparagonabile. Edoardo Eremin stupisce, incanta fa sognare. Dopo due scalpi importanti come quelli di Sijsling e Fabbiano eccone un terzo, il brasiliano Monteiro. Vero, non è vincendo partite spot che si scala la classifica, ma di sicuro fan capire l’enorme potenziale ancora inespresso del giocatore piemontese.
Dico inespresso perché Eremin è uno dei pochi giovani italiani che non è ancora riuscito a livello Challenger a conquistare una semifinale prestigiosa, che lo avrebbe fatto risalire in classifica. Eh sì perché ad oggi Eremin occupa la 375ima posizione. Posizione che tecnicamente non gli compete, ma fin qui ha raccolto decisamente meno di quanto dimostrato sul campo.
Partiamo dal presupposto importante che la FIT ha dato parecchio credito a Eremin concedendogli ben 4 wild card fin qui. Tuttavia sono convinto che l’esplosione di Eremin sia solo rimandata, in quanto ad oggi ci sono stati 2 fattori che ne hanno ostacolato il cammino, sorteggi complicati e sconfitte sul filo di lana. Infatti le ultime 3 sconfitte di Edoardo sono avvenute tutte al tie-break del terzo set, sconfitte che avrebbero tramortito chiunque, ma non lui. Perché il più grande step è stato a livello mentale, in quanto ora lotta su ogni singolo punto, senza lasciare nulla al caso. La partita di ieri ne è un riprova, dopo un set e mezzo in costante affanno, dominato dal suo avversario a livello tattico e tecnico, l’interruzione per pioggia è stata una manna dal cielo.
Eremin rientra in campo consapevole che doveva affrontare il match diversamente, doveva spingere con entrambi i fondamentali, ma soprattutto doveva cercare profondità cercando di smontare le sicurezze del brasiliano e difatti recupera immediatamente il break nel secondo set e si issa al tie-break. Coadiuvato dal servizio, riesce a mantenere fino alla fine un mini-break che si rivela di un’importanza capitale, conquistato dopo un lungo scambio conclusosi con un dritto inside-in imprendibile.
Nel terzo set Eremin cala alla distanza e non riesce più a dominare gli scambi, ma è costretto a fare un match di puro cuore, snaturandosi e in larghi tratti del match lo vedi correre un paio di metri dietro la linea di fondo campo, trovando recuperi difficili per quelle che sono le sue caratteristiche. Si arriva al tie-break finale, chissà cosa sarà passato nella sua testa in quei frangenti. Ma dopo un avvio falloso, sfodera l’Eremin extra lusso e sul 2-2 tira un passante dalla tribuna atterrato all’incrocio delle righe. Tiene bene i suoi due turni di servizio, e conquista un altro mini-break che mette la parola fine al match. L’urlo liberatorio finale, la dice lunga sull’importanza del match. Ora l’importante è capitalizzare al massimo questa importante vittoria, al prossimo turno, potrebbe trovare l’amico Donati o lo svizzero Laaksonen. Un secondo turno che si preannuncia difficile ma non impossibile. Con entrambi, teoricamente parte sfavorito, ma in realtà Eremin nel singolo match non parte sfavorito con nessuno a questi livelli.