“La Battaglia dei Sessi”, un pezzo di storia del tennis

Quando due arti si incontrano (cinema e tennis) il risultato è un connubio di storia, sport e entertainment

Si spengono le luci. Iniziano le prime immagini leggermente rallentate di Billie Jean che colpisce diverse palline con forza e tenacia. In pochi secondi siamo letteralmente catapultati nel 1973, anni di grandi cambiamenti culturali, sociali, politici e, ovviamente, anche sportivi. L’era open era da poco entrata in vigore nel tennis grazie a personaggi quali Jack Kramer e Cliff Drysdale, e l’emancipazione femminile era nel pieno della sua diffusione. Così in questo clima di cambiamenti radicali è ambientata la storia de “La battaglia dei sessi”, partita svoltasi nel settembre del 1973 fra l’allora 55enne Bobby Riggs e la 29enne numero 2 del mondo Billie Jean King.

I protagonisti

Robert Larimore, detto Bobby, Riggs vinse Wimbledon nel 1939 e gli US Open nel 1939 e 1941. Fu il miglior giocatore del mondo fra il ’46 e il ’47 insieme a Jack Kramer. Fece una buona carriera da dilettante fino al 1941, dppo di chè passò al professionismo fino al 1954. Personaggio bizzarro e controverso, amante delle scommesse, nel 1973 fiutò l’occasione di rimettersi in gioco sfidando a colpi di sessismo e maschilismo la numero uno del mondo Margareth Smith Court e poi successivamente Billie Jean King. Sconfisse la prima ma perse dalla seconda.

Billie Jean Moffitt è stata una delle tenniste più forti della sua epoca, fra il 1961 e il 1983. Vinse tutti i tornei dello slam (6 a Wimbledon), e fu una delle fondatrici della Woman Tennis Association (WTA), l’attuale organizzazione mondiale del tennis femminile. Sposò Larry King nel 1962. Nel 1973 decise di partecipare alla sfida contro Bobby Riggs per contrastare la continua supremazia maschilista in termini di contratti e premi per le donne, decisamente inferiori rispetto agli uomini.

TENNIS - 8/13/1973 - BILLIE JEAN KING, BOBBY RIGGS
TENNIS – 8/13/1973 – BILLIE JEAN KING, BOBBY RIGGS

Il match

Sebbene il film abbia dei momenti romanzati, la sceneggiatura e la regia seguono scrupolosamente le vicende personali dei protagonisti fino al culmine del film, ovvero il match alla Houston Astrodome davanti a 30 mila spettatori e trasmesso in mondovisione. La King sfruttò il suo gioco di attacco e discesa a rete contro un Riggs sempre più stanco e affaticato. Fu una vera battaglia, fomentata dal fatto che in ballo c’era non solo una vittoria, ma anche un momento simbolico nella storia degli Stati Uniti e dei movimenti culturali dell’epoca. Nel film finalmente ci sono veri scambi di tennis, c’è l’atmosfera calda da match importanti, la regia in questo è magistrale, con veloci frame fra i giocatori, il pubblico, lo studio televisivo.

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Dettagli

A condire meglio la storia già di per sé avvincente, sono i dettagli storico-sportivi. Citazioni di giocatori e giocatrici della storia del tennis, da Cris Evert a Margareth Court, da Nastase a Rosy Casals, la fondazione del circuito Virginia Slim da parte di Gladys Heldman. Un Jack Kramer a dir poco arrogante interpretato da un ottimo Bill Pullman che per tutto il film cerca di impedire alla King e alle giocatrici di essere indipendenti e meglio considerate.

Cinema

I film hanno quella magia di bloccare il tempo per un paio d’ore e catapultarti nel loro immaginario ricreato ad hoc per descrivere in maniera unica un evento storico. Le sfumature psicologiche dei protagonisti sono rese al meglio da una regia attenta ai dettagli senza sfociare nella retorica del sogno americano (che comunque è presente). Gli attori sono tutti bravi, anche i ruoli minori. I colori sono fenomenali, sembra di guardare tante fotografie degli anni settanta con un tocco di modernità nella velocità dei frame e nella scioltezza dei dialoghi. Gli americani in questo sono dei maestri, ma merito anche dei nostri doppiatori che rendono al meglio le conversazioni e anche i silenzi e gli sguardi.

Un film da vedere e rivedere, per gustarsi il tennis al cinema, e per capire che se oggi molti diritti e ruoli ci sembrano banali e scontati è perché prima di noi qualcuno ha lottato per ottenerli. Anche per noi, oggi.

Billie Jean King e Bobby Riggs cinema e realtà

 

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