10 domande per il 2016

Il sito ufficiale dell’ATP guarda già al nuovo anno e tocca tutti i possibili temi scottanti del 2016: ecco 10 domande che stuzzicano la curiosità di tutti gli appassionati del mondo.

[tps_title]1) Riuscirà Rafa Nadal a giocare una stagione all’altezza?[/tps_title]

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Tutti conosciamo le statistiche: minor numero di titoli dal 2011 (tre), uscita precoce al Roland Garros (quarti di finale, non accadeva dal 2009), nessuno Slam in bacheca nè Masters 1000 per la prima volta in dieci anni, peggior piazzamento nel ranking (#5) dal 2004. Ma se non hai visto il Rafael Nadal post-US Open, allora non conosci la situazione: lo spagnolo è risorto, 16 vittorie e 5 sconfitte durante il tour asiatico, riuscendo a conquistare la semifinale a Shanghai e alle ATP Finals e la finale a Pechino e Basilea. Cosa più importante, il 29 enne di Maiorca guarda già al 2016 con ritrovata calma e confidenza.

[tps_title]2) Novak Djokovic può migliorare ancora e conquistare il Career Grand Slam?[/tps_title]

Nelle due volte in cui Novak Djokovic è arrivato in finale al Roland Garros ha quasi coronato il sogno della sua carriera, quello di vincere tutti e 4 gli Slam, la prima volta nel 2011 e la seconda nel 2015, e non ci è mai riuscito. Come abbiamo visto con Serena Williams, che ha fallito l’ultimo tassello mancante al suo Grande Slam, la pressione in questi casi gioca brutti scherzi. Ma Djokovic ha un livello mentale altissimo, ha solo 28 anni e sta giocando il suo miglior tennis. Persino il serbo ha definito questa stagione “il miglior anno della mia vita”. Perciò è difficile dubitare delle sue capacità nel 2016. Si tratta solo di vedere come affonterà la pressione e gli ostacoli che appariranno, inevitabilmente, sul suo cammino: gli infortuni, i malanni, i talenti emergenti, gli Stan Wawrinka.

[tps_title]3) Come sarà il tennis australiano dopo l’era-Hewitt?[/tps_title]

Quando colpirà la sua ultima palla sul centrale degli Australian Open, oppure riuscirà ad accedere al secondo turno in una cavalcata emozionante e ricca di passione, Lleyton Hewitt si godrà gli ultimi sprazzi della sua carriera. Sicuramente, rimarrà ancora legato al suo paese in quanto neo-capitano della squadra australiana di Davis, ma i suoi giorni da temibile avversario sul circuito saranno finiti. Il due volte campione Slam si ritirerà presto, ma grazie all’ascesa di un buon numero di giovani talenti, il futuro non sarà così nero come si ipotizzava qualche anno fa. Agli Australian Open scorsi, Nick Kyrgios è diventato il primo teenager a raggiungere i quarti di finale (l’ultimo era stato Roger Federer nel 2001); il 19enne Thanasi Kokkinakis è stato il primo teenager a raggiungere il terzo turno al Roland Garros; e ci sono anche James Duckworth (23), Luke Saville (21) e Jordan Thompson (21), tutti prospetti interessanti.

[tps_title]4) Riuscirà Grigor Dimitrov a tornare ad alti livelli?[/tps_title]

Sebbene abbia solo 24 anni, sembra che Dimitrov sia stato accantonato dal mondo del tennis. Dal momento in cui, da 18enne, ha sbattuto fuori Thomas Berdych da Rotterdam nel 2009 sbalordendo tutti per il suo modo di giocare, – nel bene e nel male – ha cominciato ad essere etichettato come “Baby Federer”, ma agli standard dello svizzero non si è mai neanche avvicinato. Da quando è diventato professionista nel 2008 è passato da numero 482 a numero 8 nel 2014, anno in cui ha conquistato tre titoli ATP e raggiunto una semifinale Slam a Wimbledon. Ad aprile, ha sconfitto Stan Wawrinka sia a Montecarlo che a Madrid, avanzando ai quarti. Ma quando sembrava poter continuare la sua scalata, tormentato da problemi alla spalla, è crollato alla posizione numero 28 del ranking.

[tps_title]5) Ci saranno ancora più teenagers nella top 100 ATP?[/tps_title]

Non è passato inosservato il rumoroso movimento di giovani che sta animando il circuito. Il croato Borna Coric (18), il coreano Hyeon Chung (19), l’australiano Thanasi Kokkinakis (19) e la nuova Emirates ATP Star of Tomorrow, il tedesco Alexander Zverev (18), sono tutti dentro la top 100 ATP del 2015, dimostrando che le giovani armi possono combattere contro la vecchia guardia. Sebbene negli ultimi anni l’élite del tennis non abbia mostrato successi se non a persone oltre i 25 anni (l’età media della top 10 attuale è 29.6 anni), ciò non significa che la nuova generazione non possa rendersi protagonista nei grandi eventi.

 

[tps_title]6) Riuscirà un francese a trionfare al Roland Garros?[/tps_title]

E’ più di 30 anni che un francese non alza al cielo la Coupe des Mousquetaires sulla bruciante terra battuta del Roland Garros, da quando Yannick Noah, l’uomo con i dread e con un sorriso grande come la Senna, sconfisse Mats Wilander in tre set nel 1983. E’ strano, considerando la qualità dei talenti transalpini che sono passati (Pioline, Grosjean, Clement, Santoro, ecc.), ma come ha detto recentemente Jeremy Chardy “Il Roland Garros rimarrà sempre mitico per i giocatori francesi”. Se c’è un momento per interrompere questo tabù, quello è adesso. Con Gasquet, Tsonga, Simon, Paire, Monfils, Mannarino e Chardy tutti dentro la top 50, non c’è momento migliore di ora.

[tps_title]7) Vedremo altre leggende come Becker, Edberg e Chang allenare campioni attuali?[/tps_title]

Da quando Jimmy Connors ha smesso di allenare Andy Roddick nel 2006, è diventato di nicchia per gli ex campioni condividere la loro esperienza con i giocatori attuali. Ma nel 2012, Andy Murray ha sorpreso tutti quando ha ingaggiato Ivan Lendl. Lo scozzese poi ha collaborato con Amelie Mauresmo e, più recentemente, Jonas Bjorkman. Nel 2013, la leggenda Boris Becker ha instaurato una partnership più che produttiva con Novak Djokovic. Di risposta, Roger Federer ha collaborato per due anni con uno dei nemici del tedesco, Stefan Edberg, prima di ingaggiare l’ex numero 3 del mondo Ivan Ljubicic nel suo team. Kei Nishikori, invece, ha raggiunto la finale US Open 2014 sotto la guida tecnica di Michael Chang.

[tps_title]8) I gemelli Bryan torneranno a vincere alla loro maniera?[/tps_title]

La coppia di maggior successo dell’era Open – Mike e Bob Bryan – ha visto terminare nel 2015 la striscia di 143 settimane consecutive al numero uno del ranking mondiale, anno in cui i Bryan hanno mancato un titolo Slam per la prima volta nel 2004. E’ stato un anno poco produttivo per i gemelli che hanno catturato solo sei corone ATP, compresi 3 Masters 1000. Si sono anche qualificati per le Finals di fine anno per la 14esima volta, rimanendo in corsa per la posizione numero uno del mondo fino alle semifinali. I Bryan sono l’unica coppia ad aver vinto almeno cinque titoli per 14 anni consecutivi. All’età di 37anni e con 17 anni di carriera alle spalle, nessuno darebbe per finiti i due, anche se hanno perso un po’ di cera dopo il matrimonio (nel caso di Bob). Con 16 Slam e più di 950 vittorie, non hanno certo nulla da dimostrare. Ma i due californiani hanno alcuni conti in sospeso.

9) Che impatto avrà Juan Martin Del Potro?

Ci sono ampie ragioni per credere che Del Potro manterrà la sua promessa. A novembre, è tornato in campo per la prima volta dopo sette mesi in Florida, allenandosi al Tennis Center di Crandon Park, casa dell’ATP World Tour Masters 1000 di Miami. Sebbene abbia detto come prima cosa “Mi sembrava di tenere in mano un martello anzichè una racchetta”, l’argentino ha preso man mano confidenza con le sessioni di allenamento. “Non c’è dubbio, giocherò ancora” – ha detto. L’unica domanda è quando.

[tps_title]1o) Riuscirà Roger Federer a rimanere in top 5 a 34 anni?[/tps_title]

In una parola, sì. Se il 2015 non ha dato abbastanza indicazioni, l’età non sembrerebbe essere l’ultimo dei problemi per Roger Federer. In corsa per il titolo di Brisbane, FedExpress ha marcato la 1000esima vittoria in carriera, diventando uno dei tre giocatori a farlo (assieme a Jimmy Connors e Ivan Lendl); ha sconfitto Murray e Djokovic e trionfato a Cincinnati conquistando il suo 24esimo Masters 1000; è diventato il più anziano finalista Slam agli US Open, l’ultimo era stato Agassi nel 2005; ha vinto a Dubai, Istanbul, Halle e Basilea; ha uno score di 6-5 nelle finali, tutte perse contro il numero 1 del mondo Djokovic, compresi Wimbledon, US Open e le ATP Finals; ma il suo miglior traguardo è stato non avere infortuni, ulteriore dimostrazione di quanto Federer sia, fisicamente e tecnicamente, l’essere perfetto sul campo da tennis.

 

 

 

 

 

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