Sir Andy Murray: “homo sine aetate”

Sir Andy Murray batte in rimonta il gigante americano Reilly Opelka (Atp 25) per 6-7, 6-4, 6-4 e domani giocherà la finale numero 69 in carriera, contro la rivelazione dello scorso Australian Open, Aslan Karatsev. Lo scozzese torna in finale 3 anni dopo l’ultima volta, dove aveva trionfato nell’ATP 250 di Anversa, a scapito di Stan Wawrinka. Il britannico sceglie una data perfetta per tornare in finale in un torneo ATP: infatti, il 14 gennaio 2019 Murray aveva annunciato tra le lacrime il suo ritiro, dopo la sconfitta al primo turno dello Slam australiano contro lo spagnolo Bautista-Agut: “If it was my last match, it was an amazing end… maybe I’ll see you again. I’ll do everything possibile to try” (se questa è stata la mia ultima partita, è stata una fine bellissima… forse vi vedrò di nuovo. Farò di tutto per tornare). Un de profundis nel quale si può intravedere una fievole speranza, alla quale forse neanche lo scozzese stesso credeva. Tuttavia, Murray, non abbattendosi, incoraggiato da Mike Bryan, decide di operarsi di nuovo all’anca, riuscendo non solo a tornare in campo pochi mesi dopo il ritiro annunciato, ma anche a vincere nuovamente un torneo. E’ ovvio che il britannico ha dovuto in questo senso ridimensionarsi, ossia ha capito che non avrebbe mai potuto tornare ai fasti di un tempo, tuttavia la semplice possibilità di poter tornare nuovamente a competere è stata sufficiente a motivare Murray. In questi ultimi 2 anni, si sono intravisti gli alti e bassi dello scozzese: infatti, prima della finale raggiunta oggi, faticava a tornare in top 100; nonostante ciò, non si è mai arreso, ha perseverato, trovando alcuni risultati prestigiosi, tra cui la vittoria a Cincinnati 2020 contro Zverev, quella contro Hurkacz a Vienna nello scorso anno, quella contro lo spagnolo Alcaraz ad Indian Wells, e infine il successo di 2 mesi fa, a Stoccolma, contro il nostro Jannick Sinner.
I segnali di risveglio ci sono: non vi è dubbio alcuno che, finché Murray continuerà a competere, farà valere cuore e grinta; tuttavia, bisogna tener conto di alcuni fattori evidenti: l’avvicinarsi delle 35 primavere e un’anca con la quale lo scozzese è costretto a fare i conti ogni giorno.
Nonostante ciò, godiamoci il ritorno in campo di un grande campione, con l’augurio che questa favola possa continuare per molti anni a venire. Buona fortuna per domani, Andy!

P.s. (Potremmo assistere la settimana prossima ad un terzo turno di fuoco a Melbourne tra Murray e Sinner)….

di Donato Marrese

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