CIRCUITO ATP

Alcaraz cade a Barcellona: “È una follia pensare di vincere sempre”

Una sconfitta che pesa, ma non abbatte

Carlos Alcaraz ha conosciuto la sua prima sconfitta sulla terra battuta del 2025 in un luogo a lui molto caro: il torneo di Barcellona. A fermarlo in finale è stato un Holger Rune in forma smagliante, capace di esprimere un livello altissimo di gioco, ma soprattutto una solidità mentale che ha sorpreso lo stesso spagnolo. “Mi ha colpito l’ordine che ha avuto nel match: è stato costante, solido dall’inizio alla fine. Questo non è sempre stato il suo punto forte”, ha ammesso Alcaraz in conferenza stampa, riconoscendo i meriti del danese che non vinceva un titolo da quasi due anni.

Il match ha mostrato due volti: da una parte un Rune ordinato, efficace e tatticamente lucido; dall’altra, un Alcaraz che ha faticato a mantenere la pazienza e a gestire alcuni momenti chiave. “Mi è mancata la pazienza per cambiare schema e aspettare il momento giusto. In certi momenti mi sono affrettato, e lui ne ha approfittato”, ha spiegato con onestà.

I problemi fisici e il peso del calendario

Il torneo catalano ha messo in luce anche le difficoltà fisiche che un calendario serrato può comportare per un giovane atleta già abituato a sostenere ritmi da veterano. Dopo dieci match in dodici giorni tra Montecarlo e Barcellona, Alcaraz ha confessato di aver avvertito un fastidio all’adduttore destro nel secondo set della finale, soprattutto nei punti più intensi. “Quando senti anche solo un piccolo dolore, scatta subito l’allarme. È difficile restare concentrato”, ha detto.

Nonostante il contrattempo, Alcaraz resta fiducioso in vista di Madrid, tappa successiva della stagione sul rosso: “Mi prenderò due giorni di riposo, parlerò con il mio team medico, ma credo che sarò pronto”.

Il tema della gestione degli impegni è emerso più volte nelle sue parole, con una consapevolezza sempre più matura: “È una follia pensare di reggere tutta la stagione su terra, soprattutto se vinci tanto. Devi ascoltare il tuo corpo ogni giorno”. Un’ammissione lucida che rende ancora più ammirevole, secondo lui, ciò che Rafael Nadal è riuscito a fare in carriera. “Quando vivi queste cose in prima persona, gli dai ancora più valore. Vincere tutto di fila, fisicamente e mentalmente, è quasi impossibile”, ha sottolineato, rendendo omaggio al campione maiorchino che gli ha scritto un messaggio di incoraggiamento dopo la finale.

Pressioni, aspettative e un futuro da scrivere

Nonostante la sconfitta e gli acciacchi, il giovane murciano ha voluto trasmettere un messaggio positivo, mostrando un lato umano spesso nascosto sotto l’etichetta del “predestinato”. “A volte è complicato, perché senti la pressione di dover vincere. Ma ormai non do più importanza a ciò che si dice. Il mio obiettivo è uscire dal campo sapendo di aver dato tutto”, ha detto, fiero di essersi battuto davanti alla sua gente.

Alcaraz sa che le aspettative saranno sempre alte, ma non intende lasciare che lo condizionino. La delusione per la finale persa al Godó è evidente, ma c’è anche la consapevolezza che ogni esperienza, anche amara, contribuisca alla crescita. “Nonostante i problemi fisici, aver giocato davanti alla mia famiglia, agli amici, al mio team… è qualcosa che va goduto. Sono uscito a testa alta, con il sorriso”.

In un tennis moderno che non concede pause e premia la resilienza tanto quanto il talento, Alcaraz continua a imparare. E anche se a Barcellona non è arrivato il titolo, è emersa una figura ancora più completa: capace di riconoscere i limiti, dare valore agli avversari, e affrontare con lucidità le sfide di un calendario che non perdona.

Redazione Tennis Circus

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