CIRCUITO ATP

Alcaraz: “Non riposiamo abbastanza, meglio i Masters 1000 da una settimana”

Carlos Alcaraz avanza con sicurezza nel torneo ATP 500 di Barcellona, confermandosi tra i protagonisti assoluti del circuito. La vittoria su Laslo Djere in due set gli ha spalancato le porte dei quarti di finale, dove lo attende Alex de Minaur. Ma oltre alla brillante prestazione in campo, il giovane spagnolo ha catturato l’attenzione per le sue riflessioni sincere, toccando temi che vanno ben oltre il tennis giocato.

Una vittoria solida e una giornata di ricarica

Dopo un primo match non del tutto convincente, Alcaraz ha mostrato progressi evidenti nel secondo turno, imponendosi con lucidità su Djere: “Molto contento. Credo di aver espresso un livello migliore rispetto al primo incontro”, ha detto in conferenza stampa. Fondamentale, per lui, è stato il giorno di riposo prima della partita, vissuto con un approccio completamente diverso: “Ieri mi sono completamente dimenticato che ci fosse il tennis e il torneo. Non sono venuto al club, non ho voluto vedere le stesse facce… mi ha aiutato a ricaricare le batterie”.

La sua strategia mentale è chiara: spegnere il motore per ripartire più forte. E il campo gli ha dato ragione.

Il fascino (e la fatica) del torneo di Barcellona

Il Conde de Godó non è un torneo come gli altri per Alcaraz. “È uno dei 500 più difficili, perché ci sono sempre giocatori bravissimi e diversi top 10”, ha spiegato. E quest’anno, con tutti i favoriti ancora in corsa, la competizione si fa ancora più intensa: “Da questo momento in poi sarà una battaglia continua”.

L’atmosfera del torneo, il livello degli avversari e la passione del pubblico rendono ogni match una prova di forza, non solo fisica ma anche mentale.

La fatica invisibile: la mente sotto stress

Uno dei momenti più toccanti della conferenza stampa è arrivato quando Alcaraz ha affrontato il tema della salute mentale, in risposta a una domanda sulle recenti dichiarazioni di Sara Sorribes. “Il tennis è uno sport molto esigente, sei lì settimana dopo settimana… molte volte non ti rendi conto che devi fermarti finché non arrivi a un limite”, ha detto con sincerità.

Pur non essendo arrivato al punto di dover interrompere la stagione, Alcaraz ha riconosciuto l’importanza di prendersi pause vere: “Dopo Miami sapevo che avevo bisogno di alcuni giorni di disconnessione, di stare con la famiglia… quei cinque giorni mi sono serviti per capire cosa fosse importante per me”.

Senza giri di parole, ha anche denunciato l’impatto negativo dei social network: “Purtroppo diamo molta importanza ai social. Leggiamo ogni tipo di commento e prestiamo più attenzione a quelli negativi che a quelli positivi. Questo ci colpisce”. Un messaggio forte, in un’epoca in cui la pressione mediatica si intreccia sempre più con quella sportiva.

Meglio una settimana intensa che due di logoramento

Alcaraz non ha nascosto la sua preferenza per i Masters 1000 concentrati in una sola settimana. “È molto meglio per il tennis. Dal primo turno vediamo partite di altissimo livello e si riducono i giorni di alta esigenza mentale”, ha spiegato. Secondo il campione spagnolo, i giorni di riposo nei tornei più lunghi sono un’illusione: “Dicono che abbiamo più tempo per riposare, ma alla fine non ti riposi. Devi allenarti, prepararti mentalmente… non ti riposi mentalmente durante un torneo”.

Una posizione condivisa da molti colleghi, che trova sempre più spazio nel dibattito sull’organizzazione del calendario ATP.

Redazione Tennis Circus

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