Rispetto a 10 anni fa nella carriera sportiva di Roger Federer non sono cambiate molte cose. Oggi come allora continua a vincere i principali tornei del circuito ed è sempre in lizza per le primissime posizioni del ranking. Per sua sfortuna, però, anche alcune (pochissime per la verità) sconfitte sono restate tali anche a distanza di un decennio. Come per esempio la finale del Master 1000 di Montreal, che nel tempo è rimasta un tabù per lo svizzero, superato in entrambe le circostanze da un ragazzo di 20 anni. Nel 2007 toccò a Djokovic, stavolta ad Alexander Zverev; ma se il fenomeno di Belgrado dovette sudare sette camicie per avere ragione, solo al tie break del terzo set, del campione svizzero, Sascha, complice qualche acciacco fisico del suo avversario, ha archiviato la pratica in 68 minuti di gioco, con il punteggio di 63 64. Per il NextgGen tedesco si tratta del secondo successo in un 1000, dopo quello ottenuto a Roma in primavera, del quinto titolo in stagione e della decima vittoria consecutiva sul cemento nordamericano, che gli ha permesso di mettere a segno la doppietta Washington-Montreal.
Fin dalle prime battute appare chiara la strategia di gioco del 20enne di Amburgo: far muovere Federer, non lasciargli prendere in mano lo scambio e bombardarlo di vincenti da fondocampo. Questa tattica sembra pagare perché Zverev strappa la battuta al rivale già nel secondo turno di risposta. Roger, decisamente sottotono sia per l’aggressività dell’avversario che per qualche fastidio fisico, abbozza una reazione, ma Sascha, alzando il livello in ogni situazione potenzialmente pericolosa nei suoi turni di servizio, riesce a confermare il vantaggio e ad aggiudicarsi il parziale. Nei primi game del secondo set il 19 volte campione Slam, non abituato a dover rincorrere, prova subito a scappare via, procurandosi 3 palle break. A questo punto, però, il nuovo numero 7 del mondo sale in cattedra e, scoccando vincenti con il servizio e il diritto, si salva e impatta nel punteggio. Purtroppo da qui in avanti le condizioni di Federer peggiorano, in particolare la velocità dei suoi servizi cala drasticamente a causa di un fastidio alla schiena. Il minore dei fratelli Zverev non si fa certo pregare e, piazzando il break decisivo nel settimo gioco, si scrolla definitivamente di dosso il rivale. Gli ultimi due turni di battuta sono una formalità per Alexander che può così alzare le braccia al cielo ed esultare per questo grande trionfo. Siamo certi che non sarà l’ultimo. Intanto da domani sarà 7 del mondo e 3 della Race, a soli 20 anni… Chapeau.
Rogers Cup, Montréal (Canada) – Finale:
A. Zverev b. R. Federer – 6-3 6-4