Alla scoperta di Samuel Vincent Ruggeri: il “faraone” d’Italia

Samuel Vincent Ruggeri riprende la propria scalata in Egitto, vincendo due ITF consecutivi. L'azzurro firma così il proprio best ranking e lancia l'assalto ai challenger. Di Roberto "ItalyFirst" Eusebi

Buongiorno, “aficionados” di Tennis Circus. Stamattina il “Boss” mi ha proposto una serie di tracce da seguire per il pezzo di giornata, tra le quali figurava il nome di Samuel Vincent Ruggeri. A prima vista, nonostante altri argomenti sembrassero più interessanti, li ho scartati immediatamente su due piedi: in realtà mi frulla nella testa una considerazione che mi preme condividere con voi.

Innanzitutto la notizia: Samuel Vincent Ruggeri, 21 anni, ha vinto un bel torneo ITF in Egitto, superando in finale il russo Evgeny Philippov, con il punteggio di 6-3, 6-3. La bella novella è resa ancora più lieta dalla ”doppietta” calcistica firmata dall’azzurro. La settimana precedente l’italiano aveva vinto sempre a Sharm El Sheikh un altro ITF, battendo da TDS n°1 il georgiano Saba Purtseladze, 22 anni di Tblisi, TDS n° 2 del seeding, con il punteggio di 6-4 7-6.

Insomma, Vincent di nome e di fatto, dato che con la vittoria sul russo Evgeny mantiene aperta una striscia di 10 match “Vincenti”, grazie ai quali ha raggiunto questa settimana il suo Best Ranking ATP, alla posizione n°347. Insomma, in Egitto il nostro ragazzo si sente proprio a suo agio e dopo la serie di vittorie ottenute in nord Africa, ormai a casa potrebbero chiamarlo Samuel il “Faraone”.

foto: @samu_r_v/instagram

 

Per chi non conoscesse bene Vincent, offriamo alcuni sintetici ragguagli intorno al nostro giocatore: nato il 22 Maggio 2002 ad Alzano Lombardo, gioca con la mano destra ed è proprio un “ragazzone” con i suoi 191 cm di altezza e 85 Kg. di peso, almeno così dichiara il sito ATP. Seguito dal papà Roberto fino ad oggi ha incamerato 6 tornei ITF in singolare, tutti conquistati sul cemento in Egitto, con l’eccezione di quello vinto a Ulcinj in Montenegro sul rosso, dove nel maggio 2022 si è imposto in un ITF da 25 mila dollari. A detta dello stesso azzurro, Samuel è un giocatore tecnicamente piuttosto completo, in grado di giocare in ogni parte del campo, come dimostrano anche i tanti doppi disputati e vinti in carriera, sono addirittura 11 i titoli ITF in bacheca dell’italiano. Si considera adatto sia alla terra che al veloce, anche se onestamente, per caratteristiche fisiche e di gioco, ha detto di prediligere le superfici rapide.

Il suo prossimo obiettivo è quello di innalzare il proprio livello di gioco per disputare in modo competitivo i Challenger, l’anticamera dei tornei che contano veramente. Le ultime sue esperienze in tal senso non sono state del tutto positive, avendo perso molti primi turni nei tornei di qualificazione per l’accesso ai vari Main Draw. L’ultimo tentativo di giocarsela in un Challenger, risale al torneo casalingo tenutosi in Ottobre a Bergamo, dove da WC ha perso al primo turno in due set lottati con David Goffin. In verità in quell’occasione l’azzurro è stato frenato sul più bello da un infortunio alla caviglia, che non gli ha impedito di poter competere alla pari con il ben più quotato avversario.

Fino ad ora, la “nuda” cronaca. Come sapete, a me piace navigare  in rete per saggiare il polso tennistico al mondo social e in alcuni siti ho letto commenti non proprio lusinghieri riguardanti il nostro giovane tennista. Si “accusava” per esempio un redattore di sprecar tempo con un articolo dedicato ad un giocatore che al massimo potrà diventare “maestro in un circolo di periferia”.

Eccoci dunque al motivo per il quale io ho scelto di scrivere questo pezzo. Non è per niente elegante, nonché altamente ingiusto, commentare in modo così caustico i risultati di un atleta che di sicuro sta dando tutto se stesso per ottenere il massimo dal proprio talento, grande o piccolo che sia. Non tutti sono o diventano Jannik o Carlitos o Nole. Essere tennista è terribilmente complicato, soprattutto per quei giocatori a cui la sorte non ha donato un immenso talento da fenomeno. Storicamente il tennis è nato per i “gentiluomini” e credo che sia ancora rivolto a “gentiluomini”: chi si definisce “appassionato” si dovrebbe adeguare dunque allo spirito nobile del tennis, rispettando e onorando ogni giocatore che, a suo modo, concorre a rendere prezioso, unico e speciale il nostro sport.

Roberto “ItalyFirst” Eusebi

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