Andrea Vavassori è stato costretto al ritiro dalle qualificazioni dell’ATP 500 di Barcellona a causa di un infortunio rimediato durante un acceso incontro di doppio al Masters 1000 di Montecarlo. Una pallata ravvicinata, scagliata dallo statunitense Ben Shelton nel corso del primo game del match, ha provocato una microfrattura di un millimetro alla sesta costola del tennista piemontese. Un episodio che ha scatenato polemiche non solo per le conseguenze fisiche, ma anche per i toni e l’atteggiamento degli avversari.
Durante la sfida contro la coppia Bopanna-Shelton, Vavassori e il suo compagno Simone Bolelli si trovavano in netto vantaggio sul punteggio di 6-2, 4-1. Una rimonta clamorosa degli avversari ha poi ribaltato il match, ma ciò che ha fatto più discutere è stato il gesto di Shelton: una pallata violenta e ravvicinata indirizzata a Vavassori, che lo ha colpito in pieno.
Il dolore è emerso progressivamente durante la partita, in particolare nei momenti al servizio. Solo in seguito gli accertamenti medici hanno evidenziato la frattura. “Non ho dato subito peso alla cosa ma nel corso della partita ho iniziato a sentire dolore, soprattutto quando ero al servizio”, ha raccontato Vavassori, aggiungendo che “in doppio può capitare che si tiri addosso agli avversari, anche se cerco di non farlo, ma non si dovrebbe mai essere poco rispettosi nei confronti di chi è dalla parte opposta della rete”.
La reazione di Shelton non ha aiutato a distendere gli animi. Al termine del match, il numero 15 del mondo ha liquidato l’accaduto con un commento lapidario: “Questo è il doppio, è tennis non baseball”, lasciando intendere che si trattasse di una dinamica di gioco legittima, senza però mai offrire delle scuse.
L’infortunio ha costretto Vavassori a prendersi una pausa, limitandosi ad allenamenti leggeri in palestra. Il ritorno in campo è previsto per il Masters 1000 di Madrid, seguito dagli appuntamenti di Roma e Roland Garros.
Nonostante lo stop forzato e le recenti eliminazioni nei primi turni di tornei come Doha, Dubai, Miami e Montecarlo, il piemontese guarda avanti con determinazione: “Purtroppo fa parte del gioco. A volte si vince per un punto, a volte si perde di misura”.
Tra i suoi obiettivi stagionali spiccano traguardi ambiziosi: “Vincere un titolo Slam nel doppio classico, dopo quello dello scorso anno nel misto agli US Open, riqualificarmi con Bolelli per le ATP Finals di Torino e tornare nella nazionale di Davis”.
Vavassori è uno di quei giocatori che ha costruito la propria carriera senza scorciatoie, affrontando una lunga gavetta e guadagnandosi passo dopo passo la stabilità necessaria per competere ai massimi livelli. “Questo permette di pianificare e vivere l’insieme senza l’ansia di dover per forza fare risultato”, ha spiegato.
E anche se il doppio è oggi il suo focus principale, non ha mai chiuso le porte al singolare: “È stata una scelta quella di dedicarmi al doppio e non casuale. In singolare mi diverto e mi rendo conto di poter essere competitivo”. Quando gli impegni lo consentono, infatti, si ritaglia spazio anche per il circuito individuale, come dimostrano le buone prestazioni a Rotterdam e nel Challenger di Manama, dove ha raggiunto una finale.
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