Nel Febbraio del 2022, come ricorderete, ci fu il traumatico divorzio tra Jannik Sinner e Riccardo Piatti, il Coach che con la sua Accademia di tennis trasformò un promettente sciatore in un giocatore Top Ten.
Fu una notizia che stupì e lasciò senza parole gli appassionati di tennis azzurro e le ragioni della loro separazione non furono mai spiegate chiaramente all’opinione pubblica.
Senza ombra di dubbio, tuttavia, alla base dei loro dissapori dovevano esserci essenzialmente questioni di natura tecnica.
Sinner, pur essendo già allora una stella di prima grandezza del circuito ATP, si rendeva perfettamente conto che il suo tennis basato esclusivamente su colpi esplosivi da fondocampo senza nessun genere di piano B, non gli avrebbe mai consentito di battere i giocatori più forti del circuito.
I Djokovic, i Nadal, i Medvedev, gli Tsitsipas erano in grado di vanificare i suoi schemi tattici fin troppo lineari, portandolo a giocare fuori dalla propria confort zone.
Jan comprese che doveva invece a tutti i costi crescere come tennista, arricchire il proprio bagaglio tecnico per poter scalare ulteriormente il Ranking, realizzando quel suo sogno cullato sin da bambino di diventare Numero Uno al Mondo.
Piatti deve averla pensata in modo differente, probabilmente aveva in mente un progetto di crescita tennistica diversa, tant’è che in una dichiarazione successiva alla separazione, disse:
“Sono contento che abbia preso questa decisione. Io ho la mia filosofia, i miei metodi. Se uno vuole restare qui, deve sottostare ai miei metodi.”
Sinner non solo voleva sviluppare il suo tennis in una certa direzione, ma aveva ben chiaro che per ottenere questo tipo di risultato avrebbe avuto bisogno di un gruppo di professionisti a disposizione che lavorasse esclusivamente per lui e per la sua evoluzione tecnica.
E neppure sotto questo aspetto, Piatti avrebbe potuto assecondare i desideri di Jannik: il vero amore di Riccardo Piatti è la sua Accademia a Bordighera e anche volendolo, non avrebbe mai potuto concentrare tutte le attenzioni sull’altoatesino.
La separazione è stata dunque la naturale conseguenza di visioni diametralmente opposte sul futuro del giovane campione che mai avrebbero potuto trovare una sintesi soddisfacente per entrambi.
Sono passati più di due anni dall’addio, e nel 2024 The Fox è arrivato lassù in cima, Numero Uno al mondo con in bacheca a far bella mostra di sé già due Slam e le Finals di Torino. E cosa più importante ancora, ha stravinto anche la sua rischiosa scommessa tecnica.
Ha avuto totalmente ragione nel rompere la collaborazione con Riccardo Piatti, si è creato un team tutto suo che lo ha supportato in modo meraviglioso nel raggiungere quegli obiettivi che forse con il suo ex mentore non avrebbe mai raggiunto, o non in tempi così brevi.
E non a caso quando parla delle sue vittorie e di tutto il lavoro che sta dietro, usa sempre il termine “noi”, riferito allo staff che per lui è quasi una vera famiglia. E forse in quel “noi” è ricompreso anche Alex Vittur, procuratore e amico di Jan da sempre.
Dietro ogni scelta vincente di Jannik credo ci sia sempre la sua mano, sin da quando seduto nel salotto di casa Sinner, convinse i suoi genitori a spedirlo a Bordighera perché in Jan aveva visto per primo le stimmate del fuoriclasse.
Piatti ha creato un tennista formidabile, Cahill e Vagnozzi hanno trasformato il tennista formidabile in un fuoriclasse assoluto, ma forse senza Alex Vittur non avremmo avuto mai neppure il tennista.