Un sogno che diventa realtà
Sul Manolo Santana Stadium di Madrid, Matteo Arnaldi ha vissuto la giornata che ogni giovane tennista sogna: battere il proprio idolo in uno dei templi del tennis mondiale. Con un sorriso che raccontava più di mille parole, il sanremese ha superato Novak Djokovic in due set, guadagnandosi il terzo turno del Masters 1000 spagnolo e scrivendo una pagina speciale nella sua carriera.
“È un sogno che si avvera. Djokovic è sempre stato il mio idolo”, ha raccontato Arnaldi visibilmente emozionato nell’intervista a caldo. “Ero felice già solo di poterlo affrontare. Ci eravamo allenati una volta, ma non avevo mai giocato una partita ufficiale contro di lui. Batterlo, poi, è incredibile”.
Il ventitreenne italiano ha saputo gestire l’emozione, approcciando il match con il giusto mix di coraggio e intelligenza. “All’inizio ho cercato solo di non farmela sotto”, ha ammesso. Una strategia semplice ma efficace: allungare gli scambi, attendere l’errore dell’avversario e, soprattutto, restare mentalmente solido.
Dalla tensione alla consapevolezza
Il primo break iniziale ha dato fiducia ad Arnaldi, che nonostante il contro-break subito, è riuscito a mantenere la calma. “Sono stato bravo a tenere il game sul 2-2. Da lì mi sono sentito più tranquillo e la tensione è andata calando”, ha spiegato.
Nonostante Djokovic non fosse al massimo della forma, come lo stesso Arnaldi ha riconosciuto, la vittoria conserva un valore enorme: rappresenta la seconda affermazione della carriera contro un Top 10, dopo quella su Casper Ruud sempre a Madrid due anni fa. Una conferma che la Caja Mágica porta davvero fortuna all’azzurro: “Qui ho sempre giocato bene, sono super contento”, ha detto sorridendo.
Arnaldi ha mantenuto fede alla promessa fatta alla vigilia del match: “Andrò in campo per vincere”. Un intento trasformato in realtà grazie a una prestazione concreta, frutto di una crescita continua che il giovane italiano sta coltivando con pazienza e determinazione.
Matteo Arnaldi signs the camera after beating Novak Djokovic in Madrid:
“OMG ❤️”
— The Tennis Letter (@TheTennisLetter) April 26, 2025
Un legame speciale con Djokovic
Il rapporto tra Arnaldi e Djokovic affonda le radici nell’infanzia. “Avevo circa dieci anni quando ho iniziato a guardare il tennis”, ha raccontato. Era il 2011, l’anno delle 41 vittorie consecutive di Djokovic, uno dei più straordinari della sua carriera. Da quel momento Arnaldi è diventato un suo grande ammiratore: “Guardavo ogni sua partita a scuola. Mi piaceva il suo stile, il suo modo di stare in campo. Senza nulla togliere agli altri del Big Four, lui era quello che mi piaceva di più”.
Due anni fa, Arnaldi aveva avuto il primo assaggio di quel mondo, aiutando Djokovic a scaldarsi prima di un match a Roma. “Essere lì, anche solo vicino a lui, era già una grande soddisfazione”, ha ricordato. Ora, il cerchio si è chiuso in maniera perfetta, con una vittoria che profuma di consacrazione.
La nuova mentalità di Arnaldi
Oggi Matteo Arnaldi è un giocatore diverso, più maturo e consapevole. Dopo un periodo in cui si concentrava troppo sui risultati, ha deciso di ritrovare il piacere del gioco: “Negli ultimi tornei mi concentravo troppo sui risultati. Questa settimana, ma anche a Barcellona, ho cercato di tornare in campo con la voglia di divertirmi”.
Il suo obiettivo adesso è chiaro: entrare tra i primi 32 del mondo per diventare testa di serie nei tornei più importanti. “Voglio provarci e poi puntare ancora più in alto”, ha dichiarato con la determinazione di chi sa di avere il potenziale per sognare in grande.
Il prossimo ostacolo sarà il bosniaco Damir Dzumhur, che arriva da due vittorie di fila in rimonta, un’impresa che non gli riusciva dal 2019. Ma con la fiducia conquistata contro Djokovic, Arnaldi può guardare avanti con ottimismo, continuando a inseguire i suoi sogni con il sorriso di chi sa che tutto è possibile.