Nel palcoscenico prestigioso del Mutua Madrid Open, Matteo Arnaldi firma una pagina importante della sua giovane carriera, conquistando per la prima volta l’accesso ai quarti di finale in un torneo Masters 1000. Dopo l’impresa contro Novak Djokovic, che gli aveva restituito piena consapevolezza delle proprie capacità, il tennista ligure ha confermato la sua crescita superando anche Damir Dzumhur con il punteggio di 6-3 6-4.
La sfida con il bosniaco, ex numero 23 del mondo, è stata tutt’altro che una formalità. Nonostante un avvio equilibrato, Arnaldi ha saputo emergere nei momenti chiave, mostrando solidità e freddezza nei momenti di difficoltà, ingredienti fondamentali per affermarsi ad alti livelli.
L’inizio di partita è stato caratterizzato da grande equilibrio. I primi sei game sono stati una battaglia intensa, con entrambi i giocatori bravi a gestire le situazioni delicate, nonostante Dzumhur abbia faticato con la prima di servizio, fermandosi a un modesto 27% di prime in campo.
Matteo, però, ha saputo sfruttare l’occasione al momento giusto. Sul 4-3, con una risposta profonda sul 15-40, ha strappato il servizio al rivale, presentandosi poi al servizio per chiudere il parziale. Missione compiuta senza lasciare nemmeno un quindici al bosniaco, portando a casa il primo set con personalità.
Il secondo parziale sembrava in discesa per l’azzurro, capace di brekkare subito in apertura. Ma nel tennis nulla è mai scontato. Arnaldi ha dovuto salvare palle break e affrontare momenti di grande pressione, in particolare sul 3-2, quando si è trovato sotto 0-30 al servizio.
Proprio nel momento di massima difficoltà, un evento insolito ha cambiato il corso della partita: un blackout ha colpito diverse regioni della Spagna, interrompendo la trasmissione televisiva e portando alla sospensione temporanea del gioco. La ripresa, senza telecamere né commenti, ha restituito ai pochi presenti il suono crudo delle palline sulle corde e qualche sporadico applauso.
Questa pausa forzata sembra aver giovato ad Arnaldi, che ha ritrovato calma e lucidità, chiudendo il secondo set con il punteggio di 6-4. Come ha raccontato chi ha vissuto l’atmosfera dal vivo, la partita si è trasformata in un teatro di suoni e tensioni, un’esperienza che difficilmente sarà dimenticata.
Quella contro Dzumhur non era una sfida semplice né scontata. Era il primo confronto diretto tra i due, e il bosniaco era reduce da una vittoria contro l’azzurro Mattia Bellucci. Ma il Matteo visto a Madrid è un giocatore trasformato. Dopo aver “ucciso il mito” contro Djokovic — come in ogni vero romanzo di formazione sportiva — Arnaldi ha dimostrato di poter essere protagonista anche senza il riflettore puntato contro una leggenda.
Il prossimo ostacolo sarà il vincente della sfida tra Alexandre Muller e Frances Tiafoe. Qualunque sia l’avversario, Arnaldi si presenterà ai quarti di finale forte di una fiducia nuova e di un’esperienza già scolpita nella memoria.
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