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Aslan Karatsev e lo scampato pericolo dal covid-19

Le prestazioni di Aslan Karatsev in questo 2021 lo hanno portato ad assumere un ruolo da protagonista nel circuito ATP. Un outsider che, per davvero tanto tempo, ha saputo aspettare il suo momento e adesso si gode performance vincenti e una notorietà che lo stanno facendo diventare uno dei giocatori più richiesti dagli sponsor.

Abbiamo ricevuto delle offerte già subito dopo la fine degli Australian Open” rivela il suo manager Pierre Christien che però confessa anche di aver invitato il suo assistito a temporeggiare prima di dare una risposta: “Sono sicuro che arriveranno proposte ancora più interessanti se riuscisse a chiudere la stagione almeno tra i primi 20 del ranking mondiale“.

Gli sponsor adesso se lo contendono nonostante qualcuno prima di “scendere in campo” abbia scelto di aspettare un po’ più di tempo prima: “C’era un po’ di scetticismo all’inizio, tanti volevano aspettare e vedere se riusciva a confermarsi dopo le vittorie nello Slam. Dalla sua vittoria a Dubai sono state settimane molto intense“.

Proprio da Melbourne è iniziata la trionfale cavalcata di Aslan Karatsev fermato al primo grande appuntamento solo in semifinale e solamente dal futuro campione Novak Djokovic. Eppure il viaggio in Australia ha riservato una piacevole sorpresa al 27enne russo.

Piacevole sì, ma con il senno di poi. Come rivela l’attuale numero 27 della classifica mondiale al sito dell’ATP: “Sarei dovuto essere a bordo del volo in cui sono stati riscontrati i casi di coronavirus. Sono invece stato fatto imbarcare su quello delle 5 del mattino che si è rivelato essere sicuro. Qualcuno deve aver commesso un errore“. Un contrattempo che sicuro ricorderà sempre con il sorriso.

Aslan Karatsev ancora sembrerebbe non rendersi conto a pieno di quanto stia scucendo intorno a lui: “Sapevo che il successo sarebbe arrivato prima o poi, ma non immaginavo in questo modo. È stato qualcosa di conquistato e sudato. Ci ho messo 10 anni per arrivare qui ma il mio allenatore Yahor era sicuro che ce l’avrei fatta. Mi ha sempre detto che il mio livello era superiore a quello dei Challenger“.

 

Diletta Barilla

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