Chi la dura la vince. È questa la frase che più rispecchia la vittoria di stanotte di Jack Sock nella finale di Auckland. Dopo il secondo posto dell’anno passato, scaturito dal proprio ritiro nell’ultimo atto, lo statunitense si rifà quest’anno superando in un’equilibrata finale il portoghese Joao Sousa. I due con due stili di gioco diversi hanno dato vita a un’interessante partita, in cui entrambi i giocatori hanno avuto la possibilità di vincere.
PRIMO SET – Il match parte con il lusitano al servizio, ma nei primi game non succede nulla di particolare procedendo on-serve. Il primo sussulto dell’incontro arriva nel quinto gioco quando è Sock il primo a riuscire a mettere in difficoltà l’avversario, giocandosi l’opportunità di brekkarlo. Niente di fatto, ma il break arriva nel game di servizio di Sousa successivo, portando lo statunitense in vantaggio. Tanti gratuiti di lì in poi del portoghese (se ne contano 16 nel primo set) che non gli permettono di recuperare il break. Una formalità per Sock chiudere poco dopo il parziale per 6 giochi a 3.
SECONDO SET – Sock continua a fare male sul proprio servizio e nel secondo set Sousa rischia grosso già nel suo primo game al servizio, dove è costretto a recuperare sotto 0-30. Questa situazione delicata recuperata lo porta a giocare con maggiore fiducia anche nei turni di risposta, riuscendo poco dopo a strappare il break al suo non incolpevole avversario. Il vantaggio dura poco, visto che al servizio torna a commettere sanguinosi errori soprattutto con il diritto. Nel decimo game Sock si ritrova a due punti dal match e la finale sembra poter regalare poco altro. Sousa non pare essere d’accordo e con tre ace nei successivi quattro punti fa vedere di che pasta è realmente fatto. Poco dopo succede l’inimmaginabile e l’americano riesce inspiegabilmente a perdere il break e qualche minuto dopo il secondo set.
TERZO SET – Nel terzo e decisivo parziale sembra poter avere la meglio il portoghese, anche in virtù dell’evolversi del match. Stavolta non sembra doversi smentire, con Sock che non mette in campo i colpi come nel primo set e sembra aver staccato la spina anche mentalmente. Break per Sousa, poco dopo raggiunto grazie a due risposte dell’americano scagliate non si sa quanto per rabbia piuttosto che per volontà. Ora l’americano torna a crederci e resta appigliato al match fino all’ottavo game, quando è Sousa a perdere il servizio. Sock si prepara a servire per il set, ma la tensione è tutta dalla sua parte. Neanche a dirlo è il servizio che gli viene in aiuto e lo porta a trionfare una volta per tutte sul suo avversario.
[4] J. Sock b. J. Sousa 6-3 5-7 6-3